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Libia, un'unità speciale dà la caccia a Gheddafi L'Interpol: mandato d'arresto per il Colonnello

Non si ferma la caccia a Gheddafi. I ribelli, per stanare il Colonnello, hanno creato un'unità speciale formata da più di 200 forse specialii. Secondo il Sharif, portavoce del Cnt, il raìs è stato già individuato e la sua cattura è solo questione di tempo. 14 gerarchi del raìs fuggono in Niger

Libia, un'unità speciale dà la caccia a Gheddafi 
L'Interpol: mandato d'arresto per il Colonnello

Tripoli - Continua la caccia al Colonnello. I ribelli libici hanno creato un’unità speciale incaricata di scovare Muammar Gheddafi. Lo ha comunicato l’emittente al-Arabiya, secondo la quale i ribelli hanno formato un’unità responsabile, tra l’altro, delle intercettazioni telefoniche degli uomini rimasti fedeli all’ex leader, con l’obiettivo di stanarlo. Anis Sharif, portavoce del Consiglio nazionale di Transizione (Cnt) a Tripoli, ha spiegato che è stata creata "un’unità composta da più di 200 forze speciali" incaricate della ricerca del rais. L’unità, stando a Sharif, avrebbe già individuato Gheddafi, la cui cattura sarebbe solo una questione di tempo.

E non si ferma la fuga da parte degli ex collaboratori del raìs. Un nuovo gruppo di 14 gerarchi di Gheddafi si trova in Niger, ad Agadez, e fra questi il generale Ali Kana, un Tuareg, stretto collaboratore che il raìs ha posto a comando delle sue forze nel sud. Lo dicono fonti della sicurezza nigerina. Due fonti nigerine dicono che nel gruppo ci sono quattro gerarchi di alto livello, fra cui due generali, anche se non è stata resa nota l’identità del secondo generale. Fonti giornalistiche sul posto dicono che i 14 si trovano in un albergo di Agadez di proprietà di Gheddafi. "Il gruppo è arrivato su veicoli 4x4 ieri pomeriggio" ed è stato scortato dalle forze di sicurezza del Niger.

E l’Interpol ha annunciato di aver emesso "un’allerta rossa" per chiedere ai suoi 188 Paesi membri l’arresto del colonnello Muammar Gheddafi, dei figli Saif Al-Islam e del cognato Abdallah Al-Senussi, raggiunti da un mandato di arresto internazionale della Corte penale internazionale (Cpi). Questa allerta "restringe significativamente le frontiere per i tre uomini e sarà un’importante misura per aiutare a localizzarli e a catturarli", ha sottolineato in un comunicato Ronald K. Noble, segretario generale dell’organizzazione con sede a Lione, nel centro della Francia.

Intanto, in base a quanto si legge in un rapporto dell'esercito algerino pubblicato sul quotidiano locale "el-Khabar", "sono stati disorganizzazione dell’esercito libico e uso di armi di fabbricazione russa le cause che hanno portato a una rapida sconfitta dell’esercito di Gheddafi". I militari di Algeri analizzano l’andamento della guerra in Libia e sostengono che "l’uso delle armi russe, che compongono l’80% dell’armamento dell’esercito libico, ha determinato una inferiorità di forza delle truppe libiche rispetto al nemico.

Inoltre - si legge - il vero problema è che prima dell’inizio della guerra alcuni ufficiali hanno abbandonato Gheddafi fornendo alle truppe Nato informazioni dettagliate sulla difesa aerea libica e permettendo ai caccia di distruggere in 48 ore l’80% della difesa aerea del paese".

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