«È impossibile parlare del bello della bicicletta senza parlare di sè. La bicicletta fa parte della storia di ognuno di noi». La citazione dell'antropologo francese Marc Augè funge da incipit a un volume, scritto a sei mani, nel quale si esalta l'eccellenza e la semplicità «del mezzo di locomozione che ha rivoluzionato i costumi del nostro paese». In bicicletta. Memorie sull'Italia a due ruote ripercorre la storia del mezzo di trasporto, dei suoi riti e dei suoi miti, che nell'immaginario degli italiani «inizia a far breccia all'alba del Novecento». Dalla prima drasina, rudimentale antenato del velocipede, la bicicletta si evolve nel corso dell'Ottocento, potendo contare su forme sempre più perfezionate. I brani raccolti nel volume, tratti da registri conservati presso l'Archivio Diaristico Nazionale di Pieve Santo Stefano, riportano sogni e temerarietà di chi si inerpica nella vita «pedalando col vento in faccia», confermando come «la bicicletta, negli anni a cavallo dei due secoli, non è solamente semplice strumento di diporto, ma esprime soprattutto un diffuso senso di modernità». Di più. Agli albori è un vero e proprio mezzo aristocratico, oltre le disponibilità economiche della maggioranza, e viene etichettato quale «strumento infernale» da proibire alle donne e ai sacerdoti («il prete in bicicletta? Niente affatto, volere o non volere è un'indecenza»). Quindi col Novecento la bicicletta diventa democratica, affermandosi storicamente l'8 novembre 1894 grazie alla nascita del Touring Club Ciclistico Italiano. Diviene il mezzo di trasporto preferito da impiegati e operai, persone qualsiasi che si identificano con facilità negli eroi di quel Giro d'Italia che inizia a galvanizzare gli animi. Da Belloni a Girardengo, da Coppi a Bartali, da Binda a Guerra «il Giro non conserva solo la memoria dei grandi campioni ma celebra anche i personaggi perdenti che partecipano alla rappresentazione».
L'avvento del boom economico asseconda la motorizzazione su due e quattro ruote, «relegando a ricordo la fatica e il sudore della pedalata». Ma quell'aurea di romanticismo che avvolge la bicicletta rimane intatta, poichè «raccontarla costituisce una sorta di pretesto per narrare lampi emozionanti della propria vita».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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