Licenze dei taxi, città bloccata La Vincenzi: «Sono con voi»

(...) e, nella nostra non abbiamo bisogno». Perché, spiega il sindaco, a Genova il problema non è liberalizzare le licenze dei tassisti. No. Ma «far girare un po’ di più i taxi perché ci sia più gente che viene e un po’ più di lavoro. Sono altre le questioni che abbiamo chiesto al governo di affrontare.... ». Lavoro, anzi, mancanza di lavoro. Fincantieri, risorse per il trasporto pubblico. «Non abbiamo bisogno di conflittualità per settori come il vostro che non sono settori da cui possa venire chissà quale aiuto per lo sviluppo del Paese. Se toccherà all’amministrazione decidere, decideremo in questo senso e comunque insieme a voi. Buona lotta». Applausi. Fine di un altro discorso da propaganda elettorale, come quello di martedì in consiglio regionale, come quello dai caselli dell’autostrada con gli operai della Fincantieri. Mentre il resto di Genova arrancava in una città bloccata dalle 800 auto bianche che hanno di fatto paralizzato le vie principali di accesso, dal centro, a viale Brigate Partigiane fino alla Foce. Di nuovo, paralisi, caos e problemi.
Riavvolgiamo il nastro per un momento, però e facciamo la cronaca di quello che è accaduto nei fatti. Con ordine. La protesta dei lavoratori dell’Amt che hanno fermato il trasporto pubblico per un giorno intero, l’altro ieri, è finita con la firma di un accordo tra Regione, sindacati, istituzioni e aizenda Amt.
In sostanza, la Liguria cercherà di ottenere le risorse per garantire il livello del servizio del 2011 a fronte di un’ipotesi di stanziamento di 1,6 miliardi dal governo a livello nazionale, durante la prossima conferenza Stato Regione il 26 gennaio. «L’apertura del tavolo di crisi sul trasporto pubblico - ha detto l’assessore regionale ai trasporti, Enrico Vesco - inserito nell’accordo, è opportuna e porterà con sé l’elaborazione di una nuova legge sul trasporto, in vista della costituzione dell’azienda unica dei trasporti». L’impegno di Regione e dei firmatari dell’intesa è quello di rivedersi il giorno dopo la conferenza per decidere sia come destinare le risorse nazionale, sia come reperirne altre. «L’accordo firmato ieri mattina è assolutamente inutile - tuona il consigliere regionale del Pdl, Raffaella Della Bianca -. Se non c’è un aumento di capitale sociale, l’azienda non si salva. È scandaloso che ci sia una volontà politica che strumentalizza questa drammatica situazione. Si temporeggia chiedendo l’intervento del governo, quando chi dovrebbe intervenire subito è il Comune di Genova». Ma ai lavoratori Amt è andata bene così, e ieri hanno ripreso a far circolare i mezzi.
Giusto, perché martedì invece è stato un vero inferno. «Dopo una giornata di lavoro, ho dovuto fare tutto a piedi da via Luccoli a Montesignano. Veda un po’ lei. Ci abbiamo messo due ore. Per strada, in Val Bisagno, abbiamo anche incontrato gli zingari. Una cosa spiacevolissima». La signora Lisa ha 62 anni e un’attività in centro storico. Quando martedì gli autobus hanno deciso di prolungare lo stop, non le è rimasto altro che andarsene a casa camminando. «Ci fossero stati almeno i taxi, invece niente. Mia sorella è arrivata piangendo».
Un avvocato invece, si è beccato persino una rispostaccia dalla signorina del numero verde dell’Amt. «Avevo chiamato per lamentarmi dei disagi del giorno prima.

E lei, prima non voleva farmi parlare, poi con arroganza, mi ha detto che quello era l’unico modo per farsi ascoltare. Lo sciopero è un diritto, ma quando ledi i diritti della maggior parte delle persone, allora non va più bene ».

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