Licenziato perché chiede tutela dal fumo passivo

L'uomo, asmatico, lavorava presso una compagnia assicurativa. Gli esperti chiedono l'estensione della legge Sirchia

Si è presentato al suo datore di lavoro con in mano una lettera del centro antifumo dell'Istituto nazionale tumori (Int) di Milano, in cui si chiedeva di tutelarlo da inquinanti come il fumo passivo, pericolosi per la sua salute. La risposta dell'azienda è stata il licenziamento. È l'epilogo della battaglia di un lavoratore asmatico che ha chiesto ai suoi superiori il rispetto del suo diritto a respirare aria pulita in ufficio. Teatro dell'episodio: una compagnia assicurativa con sede nel capoluogo lombardo. E ora gli esperti chiedono che vengano estesi i divieti alle sigarette contenuti nella legge Sirchia.
A raccontare quanto denunciato dal paziente è stato Roberto Boffi, responsabile del Centro danni da fumo dell'Int, oggi durante la presentazione dei centri antifumo attivati in 5 farmacie comunali della metropoli. «Questo accade a Milano, nel 2010», sottolinea. E aggiunge: «Noi esperti stiamo lavorando per offrire un supporto scientifico a proposte di legge che tutelino le persone dal fumo passivo».
Il lavoratore asmatico licenziato, riferisce Boffi, «aveva consegnato una lettera in cui io, in qualità di specialista, chiedevo che non venisse esposto ad agenti inquinanti e irritanti come il fumo passivo. Ho anche confermato che il paziente è asmatico, dopo averlo verificato con il test alla metacolina al quale è risultato positivo. Il paziente non è un simulatore, raccontava di lavorare in ambienti fumosi, dove la legge non veniva rispettata, e l'azienda l'ha licenziato. Ora il caso è in mano agli avvocati.

Noi esperti antifumo ci battiamo perchè casi del genere non si verifichino più». Boffi è il referente della Società italiana di medicina respiratoria (Simer) in un gruppo di lavoro nazionale «istituito per implementare la legge Sirchia».

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