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Le nostre preferenze a tavola sono scritte nel Dna

Le nostre preferenze nei confronti di determinati cibi dipendono dai nostri geni. Lo dimostra un maxi studio giapponese pubblicato sulla rivista Nature Human Behavior

Le nostre preferenze a tavola sono scritte nel Dna

Le nostre preferenze a tavola, dai cibi alle bevande, sono scritte nel nostro Dna.

Ce lo dimostra un maxi-studio giapponese condotto presso il Riken Center for Integrative Medical Sciences (IMS) e la Osaka University. Lo studio nel dettaglio è stato pubblicato sulla rivista Nature Human Behavior. Per arrivare a questa conclusione il team di ricerca giapponese ha coinvolto oltre 160 mila individui il cui Dna è stato mappato nell'ambito del Progetto Biobanca Giapponese. Alle persone coinvolte è stato chiesto di compilare questionari su stili di vita e preferenze alimentari. Di seguito sono state combinate le informazioni raccolte attraverso i questionari con i dati genetici di ciascuno. In questa maniera è emerso vi sono ben nove gruppi di “geni” associati con la preferenza per il caffè, per il tè, per lo yogurt, il formaggio, la soglia fermentata (natto), il tofu, il pesce, le verdure e la carne.

Molte delle varianti genetiche sono state chiamate mutazioni. Quest’ultime sono state associate al consumo di un certo cibo o bevanda combinato anche al consumo di altri cibi. Ad esempio la "passione" per gli alcolici si collega alla preferenza per tutti i cibi dal gusto amaro. È emerso inoltre che determinati geni si ritrovano preferenzialmente nel Dna di coloro che amano sia lo yogurt sia il formaggio. Altri ancora nel Dna di coloro che amano la carne e il pesce.

Lo studio ha permesso di capire che i geni corrispondono alle preferenze di gusto per certi sapori. Infine gli esperti hanno visto addirittura che le "basi genetiche" per certe preferenze a tavola si associano anche al rischio di sviluppare alcune malattie, ad esempio il diabete. Anche un altro studio ha dimostrato che la preferenza di determinati sapori è una questione di genetica. Lo hanno rilevato i ricercatori del Monell Chemical Senses Center di Philadelphia in Pennsylvania.

La ricerca è stata coordinata da Paul Breslin che ha scoperto il gene 'hTAS2R38". Questo non è altro che il più importante di una famiglia di recettori per il sapore amaro. La sensibilità all'amaro del caffè o di altre bevande e pietanze può variare da persona a persona in una scala da zero a mille. Gli scienziati americani hanno dimostrato che questa estesissima gamma di percezione al gusto dipende da piccole variazioni nel gene hTAS2R38. Esse corrispondono a diversi gradi di sensibilità all'amaro.

Il sapore amaro è infatti generato da una molecola rilasciata da alcuni cibi. È chiamata “feniltiocarbomide" (PTC) ed è combinata ad una molecola simile, chiamata “Prot". In una prima fase del nuovo lavoro gli esperti biochimici americani hanno inserito in colture cellulari due varianti del gene hTAS2R38. Le hanno chiamate rispettivamente” PAV" e “AVI". Grazie a questo esperimento è emerso che tra varianti del gene e molecole del gusto avvengono legami più o meno forti.

Quindi chi è portatore della variante PAV dovrebbe anche essere più sensibile al gusto amarognolo e meno amante di bevande e cibi amari.

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