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L'impresa di Pittin: il primo azzurro a imporsi nel salto e nel fondo

La "combinata" non è più nordica: per Alessandro Pittin tre vittorie in coppa in tre giorni. Il friulano ha chiesto subito un’auto allo sponsor

L'impresa di Pittin: il primo azzurro a imporsi nel salto e nel fondo

Alzi la mano chi sa cos'è la combinata nordica. Indizio numero 1: è fra le discipline più antiche, anche a livello agonistico, degli sport invernali. Indizio numero 2: abbina salto dal trampolino a sci di fondo. Indizio numero 3: sta regalando gloria ad un giovane atleta friulano di Cercivento, paese nei pressi di Paluzza, fucina di campionissimi del fondo. Ma non è dei fratelli Di Centa che vogliamo parlare, è Alessandro Pittin l'eroe azzurro del momento e del futuro, è questo ventunenne alto un metro e sessantacinque e "pesante" 58 chili che in tre giorni ha vinto tre gare di coppa del mondo nella tana del "nemico" francese Jason Lamy Chappuis, campione olimpico e da anni numero uno della specialità.
Non ha torto Franco Bragagna, il commentatore Rai, quando consiglia un cambio di nome per la combinata nordica dovrebbe diventare "meridionale" dopo i successi di Pittin, l'uomo che sta scrivendo la storia di questo sport in Italia, perché dopo aver vinto la prima medaglia olimpica nel 2010 e la prima gara di coppa del mondo venerdì, ora potrebbe seriamente ambire a qualcosa di ancora più grande. Ma non facciamo passi troppo lunghi, anzi stiamo coi piedi per terra, nello stile di Alessandro, che ieri dopo il clamoroso tris, stavolta per distacco, non si è esaltato più di tanto dichiarando che «è già ora di tornare ad allenarsi».

Timido, introverso e di poche parole nell'ufficialità e in pubblico, Ale è in realtà un simpaticissimo ragazzo di ventun anni che ama uscire con gli amici, usa facebook e twitter, realizza video e se li monta con la musica, ama i motori e che per questo dopo la vittoria di venerdì ha telefonato all'Audi, sponsor della federsci, chiedendo in uso l'auto che spetta agli atleti saliti su podi di coppa del mondo, auto che la stagione post olimpica non gli aveva fatto meritare.

Proprio i risultati deludenti dello scorso inverno avevano un po' offuscato il ricordo dell'impresa olimpica, il meno preoccupato di tutti però era lui, Ale, che aveva continuato ad allenarsi con gran serietà e l'obiettivo di migliorare nel salto, perché il fondo, quello, non gli aveva mai creato problemi. «Pittin è un fenomeno» afferma da sempre Sepp Chenetti, tecnico di infinita qualità che il mondo ci invidia e che dal pianeta fondo, grazie anche a lui miniera di medaglie olimpiche e mondiali, ha deciso di passare alla combinata nordica per stare più vicino alla famiglia. Una fortuna per il gruppo di cui Pittin è la stella, gruppo che in futuro potrà puntare in altissimo anche a livello di squadra.

Ma chi è Alessandro Pittin? Detto di un carattere un po' chiuso, tipico dei faticatori della neve, possiamo aggiungere che la sua grande qualità, tipica dei campioni di ogni sport, è la cattiveria agonistica. Dopo il trionfo numero 2 di sabato, quello al fotofinish, Ale ha confessato che negli ultimi chilometri, dopo aver ripreso il gruppo di testa, aveva esaurito le forze e pensato che un posto fra i primi 5 gli sarebbe bastato. In realtà poi, quando ha capito che il finale sarebbe stato in volata, ha come per incanto ritrovato energie e fame da cannibale, lottando fino all'ultimo centimetro di pista per beffare Lamy Chappuis. E ora? Il prossimo appuntamento è per il primo fine settimana di febbraio in Val di Fiemme, che nei giorni scorsi ha siglato con Ale un contratto per averlo come testimonial.

«La combinata è uno sport di nicchia, ma un atleta vincente come Pittin piace molto agli sponsor» assicura il suo manager Nicola Schena. E a chi non piacerebbe uno che vince tre gare di coppa in tre giorni?

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