Linate, il pg: «Confermate la condanna»

L’impatto tra due aerei in fase di decollo causò 118 morti

Claudio De Carli

«Non è solo un problema di pena. Mi spiego: è anche un problema di pena ma è soprattutto un problema di responsabilità - commenta l’avvocato Massimo Pellicciotta, difensore di Francesco Federico.- Gli argomenti che hanno portato alle richieste del procuratore generale Salvatore Sinagra sono insussistenti».
Al termine di quasi tre ore di requisitoria, il sostituto procuratore generale Salvatore Sinagra, ha chiesto di confermare le condanne di primo grado nel processo di Linate, con una lieve riduzione di pena a tre dei quattro imputati. È quanto emerso ieri nel processo d’appello per il disastro aereo avvenuto a Linate, l’8 ottobre 2001, quando lo scontro sulla pista di decollo tra un Cessna Citation e un aereo della Sas causò la morte di 118 persone. Il rappresentante dell’accusa ha chiesto la conferma della condanna in primo grado a 6 anni e 6 mesi di reclusione solo per l’ex amministratore delegato dell’Enav, Sandro Gualano.
Ha invece richiesto uno sconto di pena rispetto al primo giudizio per il controllore di volo Paolo Zacchetti riducendola da 8 anni a 5 anni e 4 mesi, per il direttore dell’aeroporto, Vincenzo Fusco, da 8 anni a 6 anni e 8 mesi, e per Francesco Federico, responsabile del sistema aeroportuale milanese, da 6 anni e mezzo a 5 anni e mezzo.
Il collegio degli avvocati difensori non nasconde la propria delusione dopo le richieste dell’accusa, qualcuno a mezza voce ha confessato che si attendeva l’assoluzione piena del proprio assistito e annuncia una difesa molto agguerrita per il 29 maggio quando riprenderà il processo di appello. Le riduzioni di pena non sono state accettate come un buon segnale: «In realtà il procuratore generale ha escluso l’aggravante - fanno sapere -, quindi automaticamente la pena è stata ridotta». Ma anche su questa riduzione ci sono commenti negativi in quanto il collegio della difesa ha fatto altri conti e le pene sarebbero dovute essere ridotte ulteriormente. Non è stato accolto neppure favorevolmente il fatto che l’accusa non abbia neppure preso in considerazione quanto era emerso durante la perizia del celeberrimo nastro delle registrazioni di quel mattino fra operatori in torre e piloti. Ma è evidente che la richiesta quasi dimezzata della riduzione di pena per il controllore Paolo Zacchetti, abbia irritato ancora di più. È questo una strano gioco del collegio difensivo che sull’argomento non è esattamente allineato nella strategia: la riduzione della pena di Zacchetti, ritenuto anello debole in quanto terminale di una serie di errori e negligenze dei suoi diretti superiori o di chi doveva vigilare sul buon funzionamento del sistema Linate, aggrava inevitabilmente le colpe degli altri tre imputati, ritenuti invece i garanti.
A bilanciare la situazione è intervenuto l’avvocato Paolo Dondina, chiamato a prendere la parola subito dopo la requisitoria del rappresentante della Procura generale.
Paolo Dondina, patrono di parte civile per il comitato dei parenti delle vittime «8 ottobre», è stato particolarmente diretto nel puntualizzare il ruolo di Paolo Zacchetti nell’incidente.

Per stessa ammissione degli altri avvocati del collegio difensivo, e non solo per quello di Zacchetti, Dondina era visibilmente contrariato per la richiesta di riduzione di pena di Sinagra al controllore, pur confermando tutte le condanne del procuratore. Sia l’avvocato Dondina, sia il collega di parte civile Gigi Mariani, hanno poi ribadito le richieste risarcitorie formulate in primo grado.

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