Linate smobilita l’elisoccorso: i mezzi servono in Afghanistan

I due AB212 hanno finora svolto decine di operazioni, salvando vite in tutto il Nord

Evidentemente il Nord Italia non gode di molta fortuna per gli «affari di cielo» e, dopo la batosta su Malpensa, anche Linate diverrà un po’ più piccolo. I salvataggi durante le calamità naturali, la ricerca di persone disperse in montagna, il trasporto di organi in attesa di trapianto e tutto ciò che dal 1948 ad oggi ha significato la Squadriglia di ricerca e salvataggio dell’Aeronautica militare (Sar), cesserà presto di esistere.
Il generoso servizio di emergenza, che ritrae nel suo emblema uno scaramantico Jolly nel gesto dell’ombrello, ha i mesi contati. Giugno, al massimo luglio, e poi i tagli della Finanziaria con i quali dovrà fare i conti l’Aeronautica militare lo cancelleranno per sempre dall’aeroporto di viale Forlanini. L’Aerosoccorso Sar (Search and rescue) geograficamente più vicino a Milano diverrà quello di stanza a Rimini, ma opererà con elicotteri HH3F assai poco adeguati per le quote dell’arco alpino. E comunque i mezzi impiegherebbero un maggior tempo di volo per raggiungere le eventuali zone a rischio del Nord.
I due elicotteri AB212 finora in dotazione alla squadriglia di Milano Linate saranno trasferiti al 9° Stormo di Grazzanise (Caserta) per la trasformazione Ico (blindatura e armamento) e quindi inviati in Afghanistan. Dove però, a detta degli esperti, questi velivoli non risultano del tutto adeguati causa l’effetto «caldo e quota» che provoca una forte rarefazione dell’aria, diminuendo i margini sulla efficacia del volo. Alla fine della scorsa estate proprio un AB212 si fracassò, causa un pessimo atterraggio, sui monti dell’Afghanistan. Fortunatamente non ci scappò il morto e tutto si risolse con la gamba parecchio malconcia di un membro dell'equipaggio. Errore umano o velivolo inadeguato? L’inchiesta è tuttora in corso.
Quando a fine luglio Il Giornale diede notizia dello smembramento dell'Aerosoccorso di Linate, si levarono verso il governo centrale le proteste del presidente della Regione Roberto Formigoni, dell’assessore regionale alla Protezione civile, Massimo Ponzoni, del vicesindaco Riccardo De Corato e dell’onorevole Mariastella Gelmini di Forza Italia, ma è tutto inutile.
È la vecchia storia della coperta corta. Dallo stato maggiore dell’Aeronautica militare, il colonnello Achille Cazzaniga spiega la situazione: «Ci viene chiesto di riorganizzare la Forza armata sulla base dei fondi ora disponibili e dovendo decidere fra il rinunciare a un servizio di soccorso di tipo civile, che può essere svolto anche da altri soggetti, o sguarnire la difesa aerea e i suoi supporti di “combat Sar” (salvataggio di civili o militari in aree armate), dobbiamo necessariamente sacrificare il primo».
Gli aerosoccorritori di Linate sono militari severamente addestrati in terra, acqua e aria con corsi di sopravvivenza, volano in condizioni climatiche estreme, sono allertabili 24 ore su 24 in soli dieci minuti e hanno salvato centinaia di vite umane durante le calamità naturali in Valtellina, Valformazza, Valbrembana, Versilia, Carnia, Piemonte e persino nella più lontana Sarno. Nell’ottobre 2001, mentre tutti avevano perso la testa, furono proprio i primi a estrarre gli oltre cento cadaveri dall’aereo squarciatasi nella collisione sulla pista di Linate ed a ricomporre le salme nell’hangar militare.
Chi sostituirà un tale capitale umano e operativo? «In passato - prosegue Cazzaniga - solo i militari erano in grado di disporre di strutture e personale per salvataggi d’emergenza. Ma oggi le cose sono molto cambiate. Vigili del fuoco, Protezione civile, Soccorso alpino e lo stesso 118, hanno mezzi e professionalità davvero eccellenti e le popolazioni del Nord Italia possono dormire sonni tranquilli».


Dalla Protezione civile della Regione, l’assessore Ponzoni fa sapere che «questa continua smobilitazione dimostra una cosa ben precisa: la scarsissima attenzione del governo nei confronti del Nord. Tuttavia, per quanto riguarda la Lombardia abbiamo il 118, un eccellente sistema di elisoccorso che in tutto il mondo è stato preso a modello. Comunque ora valuteremo il da farsi».

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