L'industria in Lombardia tiene, ma all'Europa chiede meno lacci

Nonostante guerre e dazi, produzione e occupazione salgono. Pasini: "Le norme non funzionano, per noi tariffe troppo care"

L'industria in Lombardia tiene, ma all'Europa chiede meno lacci
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Nonostante un contesto internazionale difficile, complicato anche dai possibili effetti negativi dei dazi americani, in Lombardia i dati congiunturali del manifatturiero per il primo trimestre presentati ieri in Regione, dicono che cresce la produzione industriale, sale il fatturato e aumenta l'occupazione.

Il sistema Lombardia tiene, ma per continuare a migliorare esige un cambio di rotta a Bruxelles: «All'Europa chiediamo meno regole, più semplificazione, più decisione nel comprendere i problemi dell'economia, soprattutto del manifatturiero e di essere più reattivi» assicura Giuseppe Pasini, presidente di Confindustria Lombardia. Secondo Pasini, certe normative «non funzionano». Per esempio «siamo legati troppo al gas per quanto riguarda la tariffa, bisogna disallineare e disaccoppiare il prezzo. In un momento di grande difficoltà, è giusto che la comunità europea intervenga e cerchi di aiutare le imprese».

A leggere i dati l'occupazione aumenta dello 0,5 per cento, con la disoccupazione stabilmente sotto il 3 per cento nelle provincie di Bergamo, Brescia e Monza. Segnali positivi anche per quanto riguarda gli ordini dall'estero, a fronte di una leggera flessione di quelli interni. La Lombardia raccoglie un terzo del totale in valore delle partecipazioni internazionali in Italia e sviluppa un quinto degli investimenti netti fuori dai confini. Il dato tendenziale del fatturato è positivo sia per l'industria che per l'artigianato. Tra i settori trainanti ci cono la chimica e l'abbigliamento, mentre registrano una leggera contrazione i comparti della meccanica e della gomma plastica. Rispetto al trimestre precedente, sale complessivamente dello 0,4 per cento la produzione industriale.

Davanti a questi numeri tira un «forte sospiro di sollievo» il presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio: «Guardavamo con grande preoccupazione al primo trimestre del 2025, perché ci sono due guerre in atto, c'è un costo dell'energia che per le nostre aziende e i nostri artigiani è del 40 percento maggiore di quello che pagano i nostri competitor. E c'è la preoccupazione dei dazi. E invece - osserva Auricchio - i numeri sono sostanzialmente tutti positivi anche se in maniera debole. L'industria dell'artigianato tiene ed è resiliente». Anche se rimangono aperte le questioni legate ai costi energetici e «all'iper regolamentazione europea», sorride anche l'assessore lombardo allo Sviluppo Economico Guido Guidesi: «Le nostre imprese - commenta - confermano ancora una volta la straordinaria capacità di restare competitive, riuscendo a cogliere opportunità di crescita anche in una situazione tutt'altro che favorevole. I dati positivi, sia dell'occupazione sia della produzione, ci consentono di guardare con ottimismo ai prossimi mesi». Insomma, per Guidesi «il sistema lombardo, nonostante tutto, funziona. E funziona bene».

Le sfide all'orizzonte non mancano: «Dobbiamo tornare a inventare nuovi prodotti, per cui abbiamo bisogno anche di una nuova generazione di imprenditori - conclude - Vogliamo metterci a disposizione dei più giovani per dire loro che ci sono percorsi formativi che possono consentirgli di aprire una partita Iva e giocarsi la loro sfida».

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