Cultura e Spettacoli

Le lingue del nuovo pop, Furtado: lo spagnolo il più sexy

L’artista canadese: "Non so se mi esprimerò ancora in inglese". Il suo singolo Manos al aire è il più trasmesso dalle radio. E racconta: "La maternità ha dato al mio corpo un aspetto molto attraente"

Le lingue del nuovo pop, Furtado: lo spagnolo il più sexy

Milano - E ci voleva pure coraggio a cambiare. Cantando in inglese, la canadesina Nelly Furtado aveva venduto quasi venti milioni di dischi, roba da garantirsi una tranquilla pensione con vista mare. Roba d’archivio ormai: il suo primo singolo I’m like a bird fece furore nel 2001 prima dell’11 settembre e tre anni fa Maneater fu uno dei brani dell’estate, potente e sensuale com’era. Musica scolastica, per carità, mica capolavori d’introspezione. Ma lei, che ha sangue portoghese e come tutti i portoghesi non è mai contenta, ha cambiato il dizionario ma non i risultati. Dunque adesso canta nella lingua di mammà? Macché. Spagnolo, signori. «È la lingua del sesso, muy caliente no?» dice lei, che ha trent’anni, non se la tira e nemmeno è una di quelle che si impegnano nel sociale solo quando si accendono i flash delle macchine fotografiche. Canta e ha molto successo, punto. Per farla breve, anche la settimana scorsa il suo singolo Manos al aire è stato il più trasmesso dalle radio italiane, più dei Green Day, dei gettonatissimi Empire of the Sun o di Neffa. Bisogna dire: successo imprevisto. D’accordo, sin dai tempi del primo cd Whoa, Nelly! del 2001, in Italia Nelly Furtado è sempre stata un diesel, una da metà classifica perché le mancano quegli sprazzi glamour che titillano i rotocalchi e neppure ha la vocazione da Giovanna d’Arco del pop che soddisfa la critica. I paparazzi non se la sono filata neanche - ed è tutto dire - quando si è sposata in Italia il 20 luglio dell’anno scorso nel bellissimo hotel Tombolo di Marina di Castagneto. Pochi servizi, pochi rumours. «A me non interessa - spiega lei - tutta questa trafila che oggi sembra sempre più importante. Io vengo da Victoria, una normale città del Canada, e ho iniziato in un gruppo hip hop, cantavo cioè una musica che per vocazione è lontana dal mondo del gossip». Poi, come sbuffava Guccini nella Canzone della bambina portoghese, «Sentì che era un niente, l’Atlantico immenso di fronte». Ed è diventata la popstar più normale che c’è, una che qualche anno fa, dopo decine di servizi fotografici, decise di mettere in mostra qualche centimetro di pelle in più, salvo giustificarsi in tempo reale: «È stata la maternità a darmi più consapevolezza verso il mio corpo, prima quasi mi vergognavo nel farmi vedere». E anche quando arrivò al Festival di Sanremo nel 2007 per cantare Appena prima di partire con gli Zero Assoluto, in sala stampa sembrava una bambina al primo giorno di scuola: quasi sperduta, e anche allibita davanti alla ressa scombiccherata di fotografi. «Penso che la musica debba dare piacere e sollievo, questo è il compito delle canzoni pop». «Nelly Furtado è come una domenica mattina dopo un bel sabato sera», ha scritto un critico qualche tempo fa. C’è da aggiungere: solo se si è andati a dormire presto, altrimenti è meglio altro, più sensuale oppure più vigoroso. Ora lei ci prova con lo spagnolo e i risultati non accettano repliche: primo posto in Italia, primo in Germania e via dicendo. Tra pochi giorni, quando uscirà il cd Mi plan, ci sarà la prova del nove. «Non so se canterò ancora in inglese», annuncia lei anche se pare sia già al lavoro per un album con Timbaland, un produttore che di spagnolo non ne vuol sapere. E poi, sempre placida come al solito, Nelly Furtado spiega il perché: «Era il mio destino e, utilizzando la lingua spagnola, sono riuscita a fare le mie canzoni più profonde, più vere, quelle più vicine al tipo di donna che sono io: forte ma vulnerabile». E sarà per questo che, scherzando ma non troppo, parla di Laura Pausini con un trasporto che manco te l’aspetti. Oddio, lei cita senza problemi Carmen Consoli o Gianna Nannini tra le sue italiane preferite, ma per la Pausini ha parole d’oro: «Brave come lei ne vedo poche in giro e poi la ascolto da tanti anni: siamo praticamente cresciute insieme a distanza». E infine aggiunge, quasi sussurrando: «Mi piacerebbe fare un duetto con lei, magari per il mio prossimo singolo Mas».

E, appena terminato di dirlo, lascia schioccare una risata gentile, sincera, quasi fosse una ragazzina che si accorge di aver detto una di quelle cose che poi bisogna mettersi la mano davanti alla bocca e chieder scusa.

Commenti