Lippi chiude le porte a Totti «Non lo convocherò più»

nostro inviato a Firenze

Il flop della Confederations Cup è un ricordo ormai lontano, Marcello Lippi guarda ora all’anno che lo separa dal Mondiale in Sudafrica. E sembra avere già le idee molto chiare: l’Italia del prossimo futuro non avrà più Totti e Toni, resterà sempre orfana di Cassano e Balotelli, scarterà «chi non ha dato certe risposte, non bisogna più perdere tempo». In attesa che Amauri diventi italiano, cosa che potrebbe avvenire entro l’anno.
Quella che si ripresenta a Coverciano per la quarta stagione di Lippi e per l’amichevole pre-ferragostana di domani a Basilea con la Svizzera è una Nazionale che si affida ancora al gruppo dei veterani (tranne Gattuso e De Rossi, a riposo). «Se abbiamo una possibilità su un miliardo di rivincere il Mondiale, non è certo mettendo da parte determinati giocatori, che sono stati straordinari», ha precisato Lippi, spiegando meglio una frase da lui pronunciata a Sky qualche giorno fa e che per lui era stata completamente fraintesa. Dunque, ci sono alcuni intoccabili nonostante per molti la carta d’identità non giochi a favore. «Anche se dovranno meritarsi la conferma, non si rimane nel gruppo per gratitudine, perché rinunciare a elementi come Buffon, Zambrotta, Gattuso, Pirlo, De Rossi?», ha sottolineato il ct viareggino.
Che non ama parlare di rivoluzione, anche se ci sono già piccoli segnali. Per Toni (fermo ai box per infortunio, ma citato espressamente da Lippi), Amelia, Montolivo, Gamberini e anche Legrottaglie, l’esclusione è un chiaro messaggio. Così come anche per Cassano, destinato oramai a un’anticamera infinita. Il futuro è fatto dai Marchisio e dai Criscito (gli ultimi arrivati nel ritiro fiorentino), oltre che dal “fedelissimo” Giuseppe Rossi. «Queste convocazioni sono significative. Siamo a un anno dal Mondiale, il tempo stringe. Chi non è stato all’altezza resta a casa: non è una bocciatura, per tornare deve dimostrare di aver recuperato quei livelli necessari. I prossimi tre mesi sono i più importanti».
La valutazione sulla batosta del Sudafrica resta invariata («un mezzo passo falso, con tanti perchè, ma mi sono fatto le mie idee e ho tratto le conclusioni»). Nel complesso Lippi sembra convinto di poter ricalcare le orme del biennio precedente. «Anche prima del Mondiale vinto facemmo un anno di luci e ombre, poi dalla vittoria d’agosto a Dublino fu un crescendo. In tre anni di mia gestione, che ha vissuto momenti entusiasmanti, due mesi deludenti ci possono stare. Io vado avanti sulla via della ricostruzione, il rinnovamento passa per gli Under 21 che ho chiamato qui, ma anche per qualche vittoria. Le rivoluzioni vere servono non per le mezze delusioni, e soprattutto hanno tempi più lunghi».
Nelle intenzioni, però, Svizzera-Italia deve essere la partenza accelerata verso il Mondiale. Senza guardarsi indietro. «Le mie scelte sono fatte con motivazioni tecniche e psicologiche», ha rimarcato Lippi quando, infastidito, ha risposto all’ennesima domanda su Cassano («non avete un po’ di fantasia in più?»). Ma non ha usato giri di parole né frasi astratte per mettere fine al tormentone del ritorno in azzurro di Francesco Totti. «Dice che se lo chiamo ci pensa mille volte? Il rapporto è di grande stima. Lui ha preso la sua decisione definitiva, e io non ho intenzione di tornare indietro. Francesco è stato un giocatore straordinario», il lapsus di Lippi, indicativo della sua valutazione tecnica attuale del capitano giallorosso.
Sono così iniziati i lavori in corso per i dieci mesi che porteranno all’appuntamento iridato. «Intanto preoccupiamoci di qualificarci, a settembre abbiamo la possibilità di prendere una posizione di vantaggio sulle nostre avversarie.

Poi proseguirò il lavoro con 30-35 elementi tra i quali sceglierò i 23 per il Sudafrica». Insomma un déjà vu: la costruzione di un gruppo di persone che si mettono a disposizione della squadra. Senza fare percentuali di vittoria nel giugno 2010, perché «altre avversarie blasonate non le farebbero».

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