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L'Italia dei redditi a due velocità: notai i più ricchi, pescatori al verde

I dati del Fisco tra crisi economica e lavoro sommerso. E tra chi vive con meno di 15mila euro l'anno spuntano orefici, parrucchieri e albergatori. A Milano i redditi più alti, Calabria fanalino di coda

Ai tempi della crisi e nell'Italia del lavoro sommerso, ecco chi sono i lavoratori più in difficoltà: i pescatori, che vivono - o almeno tanto dichiarano - con un reddito di 2.100 euro l'anno. I nababbi? I notai, con un reddito medio da 327.000 euro l'anno.
In mezzo c'è una fila di autonomi che vive sotto i 15-16.000 euro l'anno: parrucchieri (11.400), macellai (16.000), orefici (14.300), gestori di impianti sportivi (4.800). Sono i dati che emergono dalle statistiche dei redditi elaborate per l'anno di imposta 2008 per gli studi di settore.
Tra le categorie vicine alla soglia di povertà - sempre secondo il Fisco - figurano antiquari (10.100 euro), fiorai (11.900), tassisti (14.500). Anche gli albergatori non se la dovrebbero passare benissimo considerando il patrimonio da 13.200 euro l'anno, la metà circa di chi gestisce camping (23.200).
Rispetto alle aree geografiche, i più ricchi si trovano a Milano: i lavoratori autonomi del capoluogo lombardo dichiarano infatti redditi per 38.100 euro. All'estremo opposto, a Vibo Valentia in Calabria sono state invece presentate dichiarazioni di commercianti e artigiani con in media redditi di 15.300 euro l'anno.

Di conseguenza, spiegano gli esperti del Ministero, è stata approvata la revisione congiunturale speciale, per cui il reddito totale dichiarato presenta una diminuzione pari al 6,6% a causa della crisi economica.

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