Bergamo e Passo della Presolana, la leggenda del Salto degli sposi

Una storia di amore, tragedia e mistero quello che avvolge il Passo della Presolana, affascinante valico alpino a pochi passi da Bergamo

Bergamo e Passo della Presolana, la leggenda del Salto degli sposi

Luogo amato e meta turistica gettonatissima, il Passo della Presolana è un valico alpino delle Prealpi Bergamasche, nei pressi di Bergamo. La zona, collocata a circa 1.300 metri di altezza, è famosa in particolare per un'attrezzatissima area sciistica ma anche un luogo di connessione territoriale tra la Valle Seriana, con la sua diramazione Val Borlezza verso la Valle di Scalve.

Vero paradiso naturale non è frequentata solo in inverno, ma è anche una meta di riferimento per gli appassionati di escursioni e camminate estive di varia intensità. Dal punto di vista panoramico appare come una conca aperta baciata direttamente dal sole e circondata dal pizzo della Presolana, dal Monte Scanapà e dal Monte Pora. Facilmente raggiungibile da ogni direzione è un'area naturalistica suggestiva, ricca di sentieri, percorsi, stradine, alpeggi e baite. Nota e molto frequentata è famosa anche per il misterioso Salto degli sposi, un romantico balcone naturale con affaccio diretto sulla Valle di Scalve e Valle Camonica.

Il mistero del Salto degli sposi

Valle Presolana

La verdeggiante Presolana non è solo rinomata per le sue bellezze, per le tante attività sportive, per l'ospitalità e il cibo, ma anche per una misteriosa storia d'amore. Una vicenda eterna ma anche tragica che, ancora oggi, non trova spiegazione. I protagonisti della narrazione sono una coppia di giovani sposi polacchi, Maximilian Prihoda, musicista, e Anna Stareat, nota pittrice. Secondo l'antica leggenda, nel 1871, il musicista era giunto a Milano per un concerto al Teatro della Scala, pronto poi raggiungere alcuni parenti che si erano accasati a Dorga.

Questi avevano acquistato un grande possedimento terriero, noto come "Maren", un luogo magico con dolci praterie circondate da boschi adagiati sopra una serie di dirupi. In quel periodo, durante il dominio austriaco, erano molte guarnigioni militari dell'Impero Asburgico che avevano trasferito i loro averi e le famiglie nelle valli, acquistando anche terreni e possedimenti.

Maximilian Prihoda aveva così scelto di trattenersi per un breve periodo, affascinato dalla zona e forte dell'ospitalità dei parenti. Questo aveva giovato alla sua vena creativa, tanto da spingerlo a trascorrere lunghe ore in contemplazione delle montagne nei pressi di un terrazzo naturale di terra. Una balconata romantica del Passo della Presolana, con affaccio sulla Valle di Scalve e Valle Camonica.

La Valle Camonica e la Val d'Angolo (bassa val di Scalve) viste dal Salto degli Sposi

Ammaliato dal luogo aveva fatto ritorno in madre patria, per sistemare tutte le incombenze, e successivamente stabilirsi nei pressi del Passo, a Donico, con l'amatissima moglie Anna Stareat. La coppia trascorreva intere giornate preso il dirupo dove la consorte dipingeva in compagnia del marito, occupato a creare nuova musica. Una fonte di ispirazione unica per gli sposi che, con il tempo, erano divenuti parte integrante della comunità e particolarmente amati dai cittadini del posto.

Secondo i testimoni dell'epoca, la coppia, vestita a festa aveva però inspiegabilmente deciso di raggiungere il balcone naturale ribattezzato belvedere per dipingere un ultimo quadro e comporre un'ultima opera musicale. Gettandosi poi nel vuoto, con espressione felice, stretti un abbraccio forte. Un gesto senza spiegazione, ancora oggi avvolto nel mistero, forse messo in atto per preservare il loro amore in eterno.

Una morte che aveva addolorato la cittadinanza che, recuperati i corpi, ne veva tumulato le spoglie nel cimitero di zona.

Il luogo dell'addio, ancora oggi, è noto come il Salto degli sposi in memoria della loro unione ed è tradizionalemente meta di pellegrinaggio di curiosi e nuove coppie.

Immagine di Andrea Castoldi (Ananke88) via Wikipedia

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica