Federico, Armida e le orecchiette: il fascino antico di Trani

Trani è una città ricca di storia e di cultura, che si riflettono nelle bellezze urbane, nel complesso di leggende e anche a tavola

Federico, Armida e le orecchiette: il fascino antico di Trani

C’è sempre qualcosa di magico nel passeggiare a Trani. Ci sono le mattinate in villa comunale, con i suoi belvedere che si affacciano a picco sul mare di Puglia. Ci sono i pomeriggi soleggiati, dove incontrare storia e cultura all’ombra della cattedrale dell’Assunta. Ci sono le serate nei suggestivi locali curati nei minimi dettagli. E c’è la gente di Trani, difficile da dimenticare.

Una storia all’ombra del castello ottagonale

Trani

La storia di Trani è antica e ha inizio all’Età del Bronzo. Può tardi, in epoca romana, quel piccolo aggregato di individui un tempo preistorici cominciò a crescere sempre più, per poi subire le vicissitudini che hanno caratterizzato il Mezzogiorno d’Italia nell’Età medievale: bizantini, longobardi, saraceni e infine normanni furono i popoli che ebbero scambi o scontri con le popolazioni locali, lasciando di volta in volta un po’ della propria cultura e delle proprie tradizioni.

Ma fu sotto Federico II che Trani divenne uno dei centri più importanti dell’antica Apulia. Poco distante dal centro del potere, il castello ottagonale di Castel del Monte - oggi tappa fissa per i biker della zona tranese - la “meraviglia del mondo” concesse alla città numerosi leggi che ne agevolarono la vita, nel campo della giustizia, della pesca e dei commerci, nonché dell’espansione in termini di cittadinanza. Inoltre Federico, proprio come fece in altre zone del suo Regno, concesse alla comunità ebraica particolari tutele.

Sotto l’imperium di Federico II, a Trani sorse il Castello Svevo a scopo difensivo, come ricorda una lastra apposta su una delle facciate. Apparentemente spartano, ma in realtà elegante e impenetrabile, il castello è oggi monumento nazionale ed è aperto al pubblico.

Castello e mare, le leggende di Trani

Trani

Tra le varie leggende di Trani si tramanda la storia di un pescatore fallito che un giorno trovò nella sua rete un pescecane. Questi disse al pescatore che avrebbe esaudito i suoi desideri, se gli avesse estirpato i denti e li avesse piantati nel suo orto. Nell’orto, dove il pescatore piantò i denti del pescecane, crebbe un albero che si tramutò in un cavallo. A dorso di cavallo il pescatore attraversò l’intero globo, accumulando ricchezze: un giorno però tornò dalla sua famiglia, scoprendo che la moglie si era risposata e trovando un pesciolino nell’orto. Il pesciolino si trasformò anch’egli, tramutandosi nel pescecane trovato nella rete: il pescecane fece salire il pescatore sul suo dorso ed entrambi scomparvero in mare senza far più ritorno.

C’è poi una leggenda sul fantasma di una nobildonna che si aggirerebbe ancora nel Castello Svevo. Questa donna viene chiamata fantasiosamente Armida oppure, attenendosi parzialmente alla storia, Sifridina. Armida era una donna mitologica che aveva tradito il marito: questi aveva accoltellato l’amante e chiuso lei fino alla morte nelle segrete del castello. Sifridina era invece realmente la contessa di Caserta che nel 1268 congiurò contro gli angioini: venne arrestata e tenuta in carcere per 11 anni, quando lei, alla fine morì.

I piatti tipici (soprattutto) dal mare

Orecchiette alle cime di rapa

Quali sono le ricette tipiche del territorio di Trani? Naturalmente ci sono le orecchiette alle cime di rapa, molto comuni nella Puglia medio-alta, ma in questa città vengono talvolta arricchite con cozze e vongole. Tra i primi piatti inoltre se ne segnala uno vegetariano: si tratta degli ziti al forno alla tranese, che si preparano con gli ziti, la salsa di pomodoro, l’aglio, il burro, il formaggio grattugiato e gli immancabili capperi. Questa è una ricetta cosiddetta svuotafrigo, con cui si consumano avanzi di alimenti o di preparazioni conservate in frigo dai giorni precedenti.

Tra i piatti di mare, oltre alla variante locale della zuppa di pesce, immancabile è l’orata alla pugliese, che consiste in un’orata cotta al forno

con le patate, insaporita e aromatizzata con aglio e pecorino. Senza dimenticare le alici arraganate, ovvero filetti di acciughe che vengono conditi con pane raffermo al profumo d’aglio, pepe e prezzemolo.

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