Letteratura

Il lockdown perenne di una scrittrice

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Il lockdown perenne di una scrittrice

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Il 2020 è appena cominciato e Lucy Barton, scrittrice ormai affermata, deve presentare un suo romanzo in Italia. Però, senza sapere bene perché, decide di cancellare il suo tour. E, dopo poche settimane, l'Italia è travolta dall'epidemia di Covid. Nel frattempo, in attesa che la pandemia sbarchi Oltreoceano, William, l'ex marito di Lucy, che è uno scienziato (nello specifico, un biologo che da anni studia i parassiti delle patate) capisce che restare a New York per due persone ormai non più giovani sarebbe troppo pericoloso e convince Lucy a trasferirsi con lui nel Maine. Un amico di un amico è disposto a prestare loro una villa su una scogliera: un luogo isolatissimo in un paesino con pochissimi abitanti...

La paura del contagio, le prime misure emergenziali, le strategie per difendersi, i timori irrazionali, le mascherine fatte in casa, il disinfettante spruzzato sugli scatoloni, i sospetti verso i «newyorchesi» untori, la distanza da rispettare, i figli che non si possono abbracciare, gli amici che muoiono all'improvviso, i conoscenti in ospedale, la coda infinita per comprare la carta igienica, le buche scavate per le bare a Long Island, le sirene, i camion frigoriferi per le strade vuote, le lavatrici a ripetizione, le passeggiate in solitaria... Lucy davanti al mare (Einaudi), il nuovo romanzo che Elizabeth Strout dedica alla sua «seconda eroina» (la prima è l'inimitabile Olive Kitteridge, portata sullo schermo da Frances McDormand) è il racconto, fatto da una scrittrice in prima persona, della propria esperienza durante la pandemia e il lockdown. E si noti, nel metaromanzo che ingloba le due scrittrici, che Elizabeth Strout è nata nel Maine, ha vissuto decenni a New York e poi nel Maine è tornata. Nel frattempo, oltre ad avere vinto un Pulitzer, ha posto l'«altra» scrittrice, Lucy Barton appunto, al centro di un vero e proprio universo: dall'infanzia - poverissima - al successo nel mondo dell'editoria, dal matrimonio con William alle seconde nozze con David (un violoncellista, che la adora), dal divorzio con William alla morte di David e alle vicende famigliari che vedono coinvolto William, fino, appunto, alla singolare reunion sulla costa del Maine, in piena pandemia. Lucy e William lì da soli e le loro due figlie, ormai adulte, in Connecticut.

Come nel lockdown di tutti, anche in quello di Lucy Barton, sotto la monotonia della routine e l'assenza apparente di «eventi» accadono stravolgimenti di ogni tipo: in famiglia, alle relazioni delle figlie, al suo legame con William, nelle nuove amicizie, spesso sorprendenti, che trova nel paesino, al fratello e alla sorella che vivono ancora nel Midwest, nel confronto con la vecchiaia che avanza le sue pretese, e si impone poco discretamente nella quotidianità. C'è anche spazio per una sorpresa, di cui non si può dire troppo: a un certo punto appare anche la burbera Olive Kitteridge... Ma ciò che conta, al di là di quello che accade, è quello che Lucy scopre dentro di sé: «Siamo in perenne lockdwon, ognuno di noi lo è. Solo che non lo sappiamo, tutto qui».

Tutto qui, basta accorgersene.

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