I toni sono stati pacati, ma è uno scontro quello tra Fininvest e Cir su una consulenza per determinare la congruità dei valori di cessione delle azioni nella compravendita della Mondadori. Ieri in aula, dove è iniziato il procedimento di secondo grado davanti alla seconda Corte dappello civile di Milano, i legali Giorgio De Nova e Giuseppe Lombardi, che rappresentano la holding di Silvio Berlusconi, hanno sostenuto che non cè stato alcun danno per Cir e hanno chiesto una consulenza tecnica per verificare se «De Benedetti non solo non ci abbia rimesso una lira, ma addirittura guadagnato 30 miliardi». A tale istanza si sono opposti gli avvocati Vincenzo Roppo e Elisabetta Rubini, legali di Cir, sostenendo che ai tempi della cosiddetta battaglia di Segrate, «il congruo prezzo non interessava. La logica era diversa ed era quella di rapporti di forza poi ribaltati con la sentenza Metta», per la quale cè stato un danno per il gruppo controllato dalla famiglia De Benedetti. Ora i giudici dappello, entro almeno una settimana, dovranno decidere.
In primo grado il Tribunale aveva condannato Fininvest a risarcire 750 milioni a Cir, sentenza che Fininvest chiede di riformare anche perché, come ha ribadito in aula lavvocato De Nova, «occorre la prova del danno economico e riteniamo che Cir non abbia dato la prova del danno economico subito». Mentre gli avvocati di Cir, opponendosi allistanza, hanno sottolineato che da Fininvest oggi è arrivata «una nuova e arbitraria riconfigurazione del danno».Lodo Mondadori De Benedetti si oppone alla perizia chiesta da Fininvest
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