Il ministro Gelmini ha fissato un tetto per la presenza degli stranieri nelle aule: non devono superare il 30 per cento. Eppure in Lombardia gli alunni non italiani sono 152mila e una quarantina di scuole il tetto lo supera eccome. Si tratta spesso di alunni che non parlano quasi per niente litaliano. In base ai dati dellufficio scolastico regionale, nel 2008-2009 lincidenza dei non italiani sul totale degli studenti è del 12,4 per cento. Picchi a Mantova (17,5%), Brescia (15,8%) e Cremona (15,3%). «Lo scorso anno scolastico - spiega lassessore lombardo alla Famiglia Giulio Boscagli - gli alunni stranieri sono stati 152mila (135mila nelle scuole statali). Dieci anni fa erano 21.700. Questanno si prevede un aumento di circa 8-10mila nuovi alunni stranieri».
Lufficio scolastico regionale individua 39 istituti comprensivi con una presenza di studenti non italiani superiore al 30 per cento. La maggior parte nelle province di Milano e Monza Brianza (27) - compresa la famosa scuola milanese di via Paravia - cinque in provincia di Brescia, due in provincia di Bergamo, di Como e Mantova, una a Varese.
A Milano gli alunni stranieri nelle scuole elementari pubbliche sono il 20,9 per cento, ma il 62 per cento è nato in Italia. Alle medie sono invece il 20 per cento ma un terzo è nato nel nostro paese.
Dallinizio dellanno scolastico fino allo scorso dicembre, a Milano sono stati registrati 900 nuovi arrivi, mentre lo scorso anno i nuovi arrivi erano stati in tutto 1200. In regione sono 235 i docenti che si occupano di integrazione, mentre dieci anni fa erano 600 per la sola provincia di Milano. Insomma, le cifre descrivono una situazione in cui il numero degli stranieri in classe cresce sempre di più. Non altrettanto le risorse a disposizione. Sono fermi da tre anni i finanziamenti per le aree ad alto flusso immigratorio e ammontano a 6,3 milioni, da suddividere tra 59 istituti.
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