Cinquanta nuovi finanzieri arrivano in Lombardia. Selezionati tra centinaia, usciti dai corsi della Scuola ispettori e sovrintendenti delle fiamme gialle allAquila. Giovani marescialli tra i 20 e 30 anni (tra i primi a intervenire in soccorso delle popolazioni colpite dal sisma ldellapreile scorso) che il comando generale della Gdf ha destinato al contrasto della criminalità organizzata e all lotta allevasione fiscale, là dove le fiamme gialle ottengono da sempre i risultati più importanti.
Venticinque di questi andranno al Nucleo di polizia tributaria di Milano, protagonista delle principali inchieste degli ultimi anni: da Parmalat ad Antonventa-Bnl, dal crac Cirio ai «furbetti del quartierino», fino ai casi più recenti della clinica Santa Rita al caso «Montecity». Un pezzo di storia della giustizia di questo Paese, insomma, con cui ora questi ragazzi inizierannoa a confrontarsi. Altri sette giovani finanzieri andranno al Gruppo territoriale di milano, specializato nel contrasto alla contraffazione, soprattutto «made in China». Gli altri saranno distribuiti tra le altre province della Lombardia. Il segnale è chiaro: la lotta ai reati fiscali e alle mafie che fanno affari in Lombardia non si arresta. Anzi.
Spiega il generale Attilio Iodice, comandante provinciale della Guardia di finanza di Milano (nella cui circoscrizione operano i Gruppi di Milano, Monza e Legnano, il reparto dei «baschi verdi» di stanza nel capoluogo lombardo e appunto il Nucleo di polizia tributaria) che «si tratta di un segnale importante per incrementare i controlli sull'evasione internazionale e sull'elusione fiscale, e per rendenre ancora più incisiva la lotta ai paradisi fiscali». «Inoltre - sottolinea Iodice - i nuovi arrivi saranno di aiuto alle indagini della Procura di Milano, anche contro i fenomeni di riciclaggio e quelli legati allattività della criminalità organizzata».
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