Pioggia permettendo, il circuito di Motegi potrebbe essere l'occasione per rivedere sul gradino più alto del podio della MotoGp un pilota italiano: non accade da aprile, prima prova del motomondiale in Qatar, successo di Rossi. Stamattina (ore 8, diretta su Italia 1) il Dottore scatterà secondo, subito dietro il redivivo Andrea Dovizioso alla prima pole position in carriera nella classe regina. «Sono quasi sorpreso, ma l'importante è confermarsi in gara» le parole del Dovi, altrettanto soddisfatto Rossi: «Bello tornare in prima fila cinque mesi dopo Magny Cours». C'è solo il dubbio che la giornata scelta dai due per risalire la china sia stata tempisticamente poco felice. Nel paddock infatti non si parla di qualifiche ma dell'incoronazione virtuale di Jorge Lorenzo che, approfittando dell'infortunio di Pedrosa, potrebbe diventare campione già nel prossimo Gp in Malesia. Le sette vittorie e i dodici podi sulle tredici gare sinora disputate certificano un successo che sarà meritato ma in parte facilitato da una serie di incidenti, cadute ed infortuni che hanno penalizzato molti rivali.
Venerdì nelle libere è toccato a Dani Pedrosa, caduto per un problema all'acceleratore della sua Honda e costretto a operarsi per ricomporre la doppia frattura esposta della clavicola sinistra. Salvo miracoli salterà almeno due gare e per questo non sa darsi pace: «Non me lo merito», ripeteva dopo la caduta. In piena rimonta, ha dovuto abbandonare le speranze consegnando il titolo a Lorenzo. Lui, Jorge, dice che è brutto vincere così ma non si commuove: dopo l'infortunio di Rossi infilò una serie di tre vittorie consecutive, ieri in Giappone ha fatto il suo classificandosi quarto (con Stoner terzo). Dopo tutto, perché rischiare? «Non ho ancora vinto niente, e se cadessi anche io?», ha detto Lorenzo. Preoccupazione fondata visti i precedenti stagionali. Aoyama, Rossi, Bautista, Melandri, De Puniet, Capirossi e Pedrosa: la lista di chi ha dovuto saltare uno o più gran premi per infortunio è impressionante.
Tanto che Lorenzo rischia di non godersi sino in fondo questo titolo.
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