Il nuovo piano per lilluminazione offre loccasione a Bruno Simini, assessore comunale ai Lavori pubblici, per filosofeggiare sul concetto di illuminazione. «Luce vuole dire sicurezza, confort per i cittadini, estetica e appeal - esordisce Simini - capacità di coniugare la modernità nel rispetto della tradizione». Modernità e tradizione, questo il primo punto della politica «luminosa» dellassessore: «Stiamo studiando un sistema di illuminazione intelligente, in grado, cioè, di regolare intensità e accensione in base alle esigenze del luogo e del momento». Se nella via ci sono tante insegne e vetrine accese, dunque, i lampioni si accenderanno o aumenteranno dintensità allo spegnersi delle altri luci. Questo sistema consentirà un notevole risparmio di bolletta per lamministrazione comunale.
Secondo punto: far risplendere di luce propria vie buie e periferiche. «Per fare ciò ho intenzione di consultare i consigli di zona - anticipa Simini - per capire in quali vie o zone i cittadini hanno paura a passare o si sentono a disagio. Anzi invito i milanesi a partecipare e a far presenti le loro esigenze. Illuminazione significa anche sicurezza, confort e legalità, concetti che vanno di pari passo. Non solo, il chiarore tiene lontano traffici e attività illecite, che il più delle volte si svolgono con la complicità del buio».
La luce come punto di incontro di diversi aspetti del vivere in città: «Sto lavorando con lassessore allArredo urbano Cadeo, al collega alla cultura Sgarbi, a Ombretta Colli, assessore alle Periferie e al vicesindaco De Corato per individuare le linee guida del nuovo piano di illuminazione. Partiremo dai punti di accesso alla città: la stazione Centrale (nel sottopasso della Stazione, in realtà, sono già state sistemate delle luci provvisorie), laeroporto di Linate, i cimiteri Monumentale e Maggiore e le vie che afferiscono a questi luoghi, hanno unimportanza strategica perchè rappresentano il biglietto da visita di Milano per chi viene da fuori, magari per la prima volta».
«Il contesto innanzitutto» questa la parola dordine del New Deal di Palazzo Marino: «Lilluminazione va pensata come se fosse una nota in una composizione musicale, i nuovi interventi devono tener conto del contesto urbano circostante. Questo discorso vale sia per le piazze in via di riqualificazione come piazzale Gambara e piazza Ohm, che per i nuovi quartieri in costruzione».
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