L'Ucraina torna a guardare verso Occidente. E lo fa paradossalmente per iniziativa del suo presidente filorusso, quello che era stato eletto sulla base di un programma di rottura con la "rivoluzione arancione" che voleva staccare Kiev da Mosca. Viktor Yanukovich ha parlato ieri davanti all'assemblea dell'Europarlamento di Strasburgo, che dieci giorni fa aveva approvato una risoluzione in cui si ammoniva l'Ucraina a non utilizzare la giustizia per perseguire l'opposizione. Un chiaro riferimento ai casi di Yulia Tymoshenko, la ex premier indagata per abuso di potere, e di Yuri Lutsenko, l'ex ministro dell'Interno in carcere da dicembre e ancora in attesa di processo. Nel suo discorso Yanukovich ha difeso l'indipendenza dei giudici ucraini e ha detto di non avere alcuna influenza sui giudici di Kiev che hanno impedito alla Tymoshenko di venire a Strasburgo.
Yanukovich si è anche detto «pronto ad aprire un dialogo attivo e a fornire informazioni imparziali sulla situazione del nostro Paese». In Russia intanto cominciano a temere che Yanukovich, eletto col sostegno del Cremlino, sia intenzionato a riavvicinarsi non solo alla Ue ma anche alla Nato. Il giornale «Kommersant» parla di un'intesa segreta di cooperazione tra l'Ucraina e l'Alleanza Atlantica.
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