L’Italia non è la Grecia e non ha bisogno di governi di unità nazionale per garantire la piena attuazione delle misure anticrisi. Il presidente dell’Eurogruppo, Jean-Claude Juncker, lo ha ribadito al termine del vertice ieri a Bruxelles. «Non abbiamo chiesto l’unità politica nazionale in Italia perché il Paese non è sotto programma: ciò che aspettiamo è che siano attuate le misure su cui il premier Berlusconi si è impegnato con la sua lettera all’Ue, con il monitoraggio della Commissione europea e dell’Fmi».
Al termine di una giornata con i mercati in altalena (Milano unica positiva con un +1,32%) e i titoli di Stato sotto pressione, l’Europa manda un segnale chiarissimo a chi tra Via dei Due Macelli e Largo del Nazareno progetta «ribaltoni» sotto altre forme: l’Italia deve garantire riforme in tempi brevi. I ministri delle Finanze dell’Eurozona «hanno accolto con favore le nuove misure annunciate dalle autorità italiane e la disponibilità ad adottarne altre, se necessario», ha aggiunto Juncker. Il ministro dell’Economia Giulio Tremonti «ci ha rassicurato sulla determinazione del governo ad attuare le misure» contenute nella lettera all’Ue, gli ha fatto eco il commissario Ue agli Affari economici e monetari Olli Rehn precisando di esser pronto «a sostenere l’Italia nei suoi sforzi per garantire stabilità, crescita e occupazione».
La Commissione, ha aggiunto, «si aspetta che il governo risponda entro questa settimana al questionario che abbiamo inviato». Oggi, o al massimo domani, la missione di monitoraggio Ue-Bce potrebbe giungere a Roma. Se l’Italia rispetterà gli impegni, «ci sarà un recupero della fiducia dei mercati», ha rimarcato il titolare delle finanze tedesche Wolfgang Schaeuble aggiungendo come «i dati sull’economia reale non giustificano il nervosismo» verso il nostro Paese.
I mercati finanziari condividono le stesse aspettative dell’Europa, aldilà delle scommesse sulla fragilità del governo Berlusconi. Piazza Affari è rimasta in territorio positivo anche quando il Pdl ha smentito le indiscrezioni sul possibile addio del premier: +1,32%. La Consob ha avviato gli accertamenti sull’andamento della seduta anche se non pare ravvisabile alcun abuso di mercato. Gli investitori internazionali sono stati ancora una volta «implacabili» contro i Btp: malgrado gli acquisti tampone della Bce, il differenziale tra il nostro decennale e il Bund tedesco ha superato i 490 punti, per poi chiudere a quota 487, equivalente a un rendimento del 6,67%, nuovo massimo storico.
Bisogna osservare che ieri i mercati europei hanno ceduto il passo (Parigi -0,64%, Francoforte -0,63%, Londra -0,30%). L’andamento in controtendenza di Piazza Affari ha evidenziato una diffusa speranza di analisti e operatori che l’Italia possa avviarsi su un nuovo percorso. «I mercati sono convinti che occorra un cambio di governo, ma la reale urgenza sono le riforme indicate dall’Europa», ricorda Gianluca Verzelli. L’esperto di Banca Akros invita inoltre a distinguere tra la reazione emozionale di ieri e quella di lungo periodo che farà i conti con la «marcata diversità di vedute esistente all’interno dell’opposizione sulle richieste europee».
«L’esitazione del governo dipende sia dagli errori commessi negli ultimi 18 mesi da Bruxelles sulla crisi greca, sia dalla difficoltà di interpretare la situazione italiana, dove l’aggregato tra debito pubblico e risparmio della popolazione è ampiamente positivo», aggiunge Mario Spreafico di Schroders secondo cui il “direttorio” Merkel-Sarkozy ha finito col dirottare sul nostro Paese il peso di un problema in realtà comune a tutta l’Unione.
Entrambi pensano che per l’Italia sarebbe un disastro tornare alle urne sia per l’urgenza dei provvedimenti da adottare sia per l’imminente arrivo degli ispettori dell’Fmi: «Molti non si sono ancora resi conto della delicatezza del contesto», conclude Verzelli.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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