In un Paese eternamente all'ultima spiaggia, in fondo a destra o a sinistra poco importa, il Papeete è stato l'involontario epicentro della più incredibile crisi di governo che questo Paese abbia (finora) mai conosciuto... Prima che nell'estate 2019 ci sbarcasse l'allora vicepremier Matteo Salvini, Papeete era «solo» il capoluogo della Polinesia francese caro a Paul Gaugin e Herman Melville, bombardata dai tedeschi nella Prima guerra mondiale e quasi (ri)bombardata dai francesi con gli esperimenti atomici nell'atollo poco distante di Mururoa. Grazie al leader leghista lo stabilimento balneare passerà alla storia come una specie di Caporetto, anche se a cadere (e scoppiare) non è stata una bomba ma il governo gialloverde Conte 1.
I vecchi democristiani aspettavano l'estate per far digerire agli italiani le peggiori riforme. Avevano ragione. Non stuzzicare il can che dorme. E da decenni questo Paese ad agosto chiude i battenti, costi quel che costi. È un mese «sabbiatico», in cui l'italico «non fare, non pensare» assume piena cittadinanza. Sotto l'ombrellone l'italiano non vuole pensieri: gli bastano i sogni di scudetto sulla carta dei giornali o la prosperosa vicina di ombrellone da sbirciare senza farsi vedere, nascosti da una frittata di pasta.
Ma tanto ha da passa' a nuttata, ed è passata. Resta l'incubo di un'altra lunga notte della Repubblica, la grande bruttezza del'Italia chiamò cantata a squarciagola dalle avvenenti cubiste in bikini. Il conto del Papeete, alias la legge di Bilancio che doveva salvarci dall'aumento dell'Iva, sarà invece l'ennesimo salasso. Anzi, un pagherò da 27 miliardi scadenza 2021. C'è tempo...
Morto un Papeete se n'è fatto un altro. Fu vanagloria o vera gloria? Ai post l'ardua sentenza.
Perché nell'Italia dove anche la matematica è un'opinione, figurarsi la storia, per anni staremo qui a chiederci se è stato un grande abbaglio o una lucida strategia, anzi una svolta tipo Fiuggi per i missini, un po' meno nera ma molto abbronzata. Chissà che invece l'ombrellone populista chiuso in fretta non diventi l'ennesima Renault 4 rossa parcheggiata da qualche parte nella Storia, con dentro il cadavere di chi poteva cambiare l'Italia e non ci riuscì.
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