Il luna park rimuove la sedia elettrica: «Prigioniero graziato»

Dopo le polemiche la direzione chiude l’attrazione: «Ci scusiamo però Cattelan era peggio»

Il luna park rimuove la sedia elettrica: «Prigioniero graziato»

Suona la sirena, il manichino si contorce sulla sedia tra urla e fumo. E alla fine cede di schianto. Niente più grida, parte la musica. È un rock duro, violento. Poi, di colpo, il bambolotto torna in posizione eretta. È uno spettacolo da brividi quello dell’Electric Chair (la simulazione della sedia elettrica), messo in scena tutte le sere per un euro al luna park dell’Idroscalo. Eppure «piace a tutti, grandi e piccini», garantisce Renzo Biancato, il giostraio che ha portato l’attrazione in Italia dagli Usa. Risultato: ieri sera la direzione del parco divertimenti ha rimosso la sedia elettrica dalle attrazioni. «Abbiamo graziato il prigioniero» ironizza il direttore del luna park, Riccardo Trebino. «Chiediamo scusa se abbiamo turbato le famiglie. Ma in giro si vede di molto peggio, come quando furono appesi per il collo dei bambini fantoccio». In giornata erano fioccate le polemiche: dei politici, del Movimento dei genitori, dei consumatori, dei sindacati, dei preti e delle associazioni che si battono contro la pena di morte. Anche il sindaco di Milano Letizia Moratti era intervenuta chiedendo di «interrompere quanto prima l’indegno spettacolo». Sulla stessa linea anche l’assessore Tiziana Maiolo che aggiunge una proposta per riabilitare il povero bambolotto licenziato dal Luna Park: «È un gioco molto diseducativo, allucinante. Trasformiamolo in uno strumento per mostrare l’atrocità della morte sulla sedia elettrica. Se fosse utilizzato per le campagne per l’abolizione della pena di morte sì che avrebbe un senso». La Lega era addirittura pronta, per bocca di Matteo Salvini, presidente della commissione Sicurezza di Palazzo Marino, al blitz pur di far sparire la sedia elettrica dal luna park.
Non sono state da meno le associazioni. Prima su tutte Nessuno Tocchi Caino. «È un’operazione commerciale e demenziale - dice Sergio D’Elia, responsabile degli abolizionisti - che cancella anni di lavoro di chi si batte contro la pena di morte». Anche il Codacons inorridisce. «Non c’era nemmeno il divieto per i minori di 14 anni», si scaldano i consumatori che hanno anche presentato un esposto alla procura della Repubblica per far sequestrare il manichino dalle forze dell’ordine.

«Un adulto che porti il suo bambino a vedere uno spettacolo del genere non sta bene con se stesso. È una persona che gode nel veder puniti gli altri. Sono preoccupato, viviamo in tempi davvero bui», è il commento sconsolato di don Gino Rigoldi.

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