Cronaca locale

Lutto Addio a Montorsi «barone» della chirurgia

Addio a un grande barone della medicina milanese. Walter Montorsi, Professore Emerito di Clinica Chirugica della Università Statale di Milano è scomparso i giorni scorsi all'età di 87 anni. Nato a Maranello di cui divenne poi cittadino onorario e laureatosi all'Università di Modena, si trasferì a Milano nel 1947 dove entrò a far parte della Scuola di Farmacologia del professor Emilio Trabucchi, che rimase il suo primo «maestro di scienza e di vita».
Scelse poi la strada della chirurgia generale ed ebbe nel professor Guido Oselladore la guida illuminata negli anni della sua formazione. Montorsi svolse tutta l’attività accademica e chirurgica a Milano, città da lui fortemente amata che lo adottò e lo onorò con tre Ambrogini d'oro, la medaglia d'oro di benemerenza della Provincia di Milano e la medaglia d'oro di benemerito della Scienza, Cultura e dell'Arte del Ministero della Pubblica Istruzione. Negli oltre 40 anni di insegnamento universitario condusse alla laurea ed alla specialità in chirurgia dell'apparato digerente da lui fondata centinaia di medici che ancora ricordano la sua passione e dedizione per la cura degli ammalati. Pioniere della chirurgia della grande obesità, fu un instancabile organizzatore di eventi di aggiornamento medico chirurgico: storico rimane il Congresso Mondiale di Chirurgia da lui promosso nel 1988 che portò a Milano più di 12 mila partecipanti provenienti da più di 100 Paesi.
Dalla fine degli anni ’60, sotto la direzione della sua scuola, Milano divenne un polo di eccellenza per la chirurgia gastroesofagea e per i trapianti di fegato, e il Padiglione Monteggia divenne anche sede del primo Centro universitario della Grande Obesità dove dal ’74 in poi vennero sperimentate le prime terapie chirurgiche. Negli ultimi anni, si dedicò alacremente alla scrittura, pubblicando libri che oggi rappresentano una preziosa testimonianza sulla medicina e la sanità italiana e che lui stesso ha recentemente rievocato in una lunga intervista sulle pagine del «Giornale». Tra questi ricordiamo «Vita di chirurgo. Ricordi e riflessioni», e ancora «A lezione di chirurgia.
La scuola di Guido Oselladore al Padiglione Monteggia del Policlinico di Milano». Nelle sue «cronache», i ricordi non costituiscono nostalgici rimpianti di un tempo perduto, ma consentono alla memoria di essere un'originale «oral history» del baronale mondo accademico italiano degli ultimi cinquant'anni. L’importanza della scuola milanese emerge da queste pagine in tutto il suo spessore fra scienza applicata e «varia umanità»: dalla quotidiana attività operatoria al contributo fornito ai progressi della chirurgia, dal ruolo svolto nell'insegnamento universitario alle accese dispute accademiche, dall'indiscussa capacità professionale al grande rispetto per l'ammalato.


Con lui Milano perde uno dei veri grandi "Baroni" che hanno contribuito a costruire la grande sanità lombarda.

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