Macché impunità: ora la condizionale bisognerà guadagnarsela

Ora che il sistema anglosassone dei lavori socialmente utili può arrivare anche da noi, a tutti viene in mente Paris Hilton che ebbe questa condanna perché guidava ubriaca e senza patente; Naomi Campbell che ha fatto la netturbina per espiare le sue intemperanze con la cameriera; Lindsay Lohan che addirittura ha lavorato all’obitorio e il ciclista Vandenbroucke punito così per essersi dopato.
Però, il sistema usato in Usa e Gran Bretagna in Italia già esiste nel sistema minorile. Secondo il ddl Alfano sarebbe esteso ai maggiorenni, non quelli che andrebbero in carcere ma quelli, incensurati, che avrebbero i requisiti per la sospensione condizionale della pena e quindi non pagherebbero in nessun modo, anche dopo una lieve condanna definitiva. Solo, avrebbero la fedina penale sporca e per evitarlo potrebbero chiedere di essere messi alla prova per dimostrare di essere soggetti in tutto e per tutto degni di stare in società e per «scontare» in anticipo una sorta di pena, sotto forma di impegno di pubblica utilità. Magari, in base anche alla propria professionalità: non solo nettezza urbana, insomma, o potatura di alberi, ma consulenza legale o medica. Sarebbe il magistrato, poi, a decidere se ammettere o no l’interessato alla prova. E ancora sarebbe il giudice, una volta finito il periodo di lavori socialmente utili, a stabilire se hanno recuperato a sufficienza. Nulla di automatico, nell’estinzione del reato.
Sarebbe una strada, non l’unica, visto che dovrebbe in qualche modo essere vantaggiosa per gli accusati. E rimarrebbe la discrezionalità del magistrato. Il ddl Alfano prevede che per i reati punibili con pena fino a 4 anni di carcere gli incensurati potranno chiedere - nella fase delle indagini preliminari o fino all’apertura del dibattimento se i processi si svolgono davanti al giudice monocratico - di essere «messi alla prova». Sarebbe così sospeso il procedimento mentre svolgono lavori di pubblica utilità e alla fine, se ci sarà riabilitazione, il reato sarà estinto. La bozza di ddl sulla certezza dell’applicazione della pena del ministro della Giustizia è di 8 articoli e prevede innanzitutto un giro di vite nella concessione dei benefici penitenziari per ottenere i quali sarà obbligatorio appunto svolgere lavori di pubblica utilità.

Tra i reati che sarebbero inclusi (se il tetto non scenderà a 3 o 2 anni) rientrerebbe il falso in bilancio, ma solo per società non quotate in borsa, la corruzione semplice, (ma la corruzione in atti d’ufficio, ad esempio, rientrerebbe anche nel progetto dell’Idv che ha il limite di 3 anni), le lesioni, le violenze, l’omissione di soccorso solo se non connessi ad altro reato, alcuni reati ambientali e per l’immigrazione, il favoreggiamento, non il furto e l’ usura. Ma a beneficiare potrebbero anche essere i colpevoli di stalking, come ha chiesto anche l’Idv.

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