«Macché sobrietà, la Prima è sfarzo!»

«Macché sobrietà, la Prima è sfarzo!»

Philippe Daverio, un commento a caldo sulla Prima...
«Lo spettacolo è piaciuto molto. Certo, la critica italiana è stata entusiasta dello spettacolo anche perché accanto al Commendatore c’era Mario Monti! E in questo periodo come non mai gli italiani sono buoni con la politica. La critica estera invece si divide: alcuni giornali bollano come “domestica” la direzione di Barenboim, “claudicante” la regia di Carsen».
In che senso?
«Nel senso che non si può trattare Mozart in modo così poco mozartiano - sostengono i critici- cioè molto lontano dalla drammatica tensione tipica della cultura del nord Europa. Il dato veramente positivo è la diretta Rai: meglio vedersi la Prima in poltrona, avendo la possibilità di commentare, bere e fumare, anzi sarebbe bellissimo potere vedere alla tv le prime degli altri teatri italiani».
Tornando al «fenomeno Prima» e alla presunta austerity...
«La Prima deve essere sfarzosa. Non è più la prima di anni fa dove alla Scala andavano i milanesi, adesso i biglietti li comprano gli sponsor e pochi fortunati. L’unico vero lusso che mi ha infastidito è stata la spesa militare».
Cioè?
«Che eccesso quel dispiegamento di forze dell’ordine, Milano sembrava sotto assedio. Quando eventi del genere accadono a New York, vip e autorità scendono dal taxi come se nulla fosse, senza tutto questo apparato militare...»
Un voto al sindaco che alle fine di consultazioni famigliari ha optato per lo smoking...
«Lo smoking è un segno di rispetto verso il teatro. È la divisa adeguata per la Scala e poi, non si creda, è tremendamente classista: si vede subito chi è abituato a portarlo e chi no. Il sindaco è abituato a portarlo, in fondo lui è un figlio di buona famiglia. Così Monti e Napolitano stanno bene».
Che differenza c’è tra la Prima dell’era Moratti e quella dell’altra sera, la prima di Pisapia?
«La differenza fondamentale è che quest’anno - non succedeva da anni - c’erano insieme presidente della Repubblica e del Consiglio».
Sulla passerella rossa alcune signore sostenevano che non avesse senso l’appello all’austerity il giorno in cui si celebra un’eccellenza e i riflettori mondiali sono puntati su Milano
«È vero, soprattutto all’estero, il mondo occidentale vede con favore l’arrivo di un signore grigio in loden (Monti!) e vorrebbe che l’Italia riconquistasse una posizione da protagonista in Europa per temperare il tandem francotedesco. La Prima serve a restituire credibilità all’Italia».
Il lusso come simbolo della capacitò di ripresa degli italiani?
«Agli investitori stranieri fa piacere vedere che nell’occasione mondana più importante della città vanno di moda Armani o Zegna, perché loro non ce li hanno, mica per altro!».
Come commenta l’iniziativa dei biglietti destinati ai consiglieri venduti per beneficenza?
«Un’iniziativa poco comunicata ma molto carina».
Una Prima senza assessori e consiglieri comunali...


«È più corretto, anche perché - ripeto - è la Prima degli sponsor, anzi, la Scala dovrebbe organizzare serate dove vende i biglietti al prezzo massimo per autofinanziarsi».
C’è chi sottolineava come fosse impossibile parlare di sobrietà dal momento che i biglietti costavano 2.400 euro...
«È ovvio che ci fossero un sacco di ricchi, non è che spariscono con l’austerity».

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