«Una macchia d’olio che si allarga: ora la Juve rischia la C1»

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Gian Piero Scevola

L’avvocato bolognese Mattia Grassani, 41 anni, è il maggior esperto in materia di giustizia sportiva e, negli ultimi 15 anni, ha partecipato da protagonista quasi sempre vincente a tutti i maggiori casi che hanno investito il calcio professionistico e dilettantistico.
Caro Grassani, cosa ne dice di questo nuovo scandalo?
«È un qualcosa di proporzioni inaudite, mai visto in passato. Le scommesse del 1980 sono una briciola rispetto a quello che sta saltando fuori. Il brutto è che in questa cupola sono coinvolti personaggi insospettabili: dirigenti federali, dell’ufficio indagini, designatori, arbitri. È una macchia d’olio destinata ad estendersi».
In base alla sua esperienza, cosa rischiano le società e i singoli?
«Distinguiamo, perché quello che poteva sembrare una semplice violazione dell’articolo 1, lealtà e probità tanto per intenderci, si sta trasformando in un devastante illecito sportivo dove coinvolte sono a vario titolo Juventus, Lazio, Fiorentina e Milan. Il fatto è che qui sono coinvolti i massimi dirigenti di questi club, ad eccezione dei rossoneri».
E cosa può succedere?
«Se l’illecito venisse accertato, la pena minima è la retrocessione all’ultimo posto. Nel caso di illecito consumato e ripetuto, come mi sembra in questo caso, ci sono anche svariati punti di penalizzazione e la retrocessione in C1. E la Juventus rischia davvero tanto».
Anche la revoca dello scudetto del 2005 e quello appena conquistato?
«Purtroppo per i bianconeri, sì. Però attenzione, perché la revoca non comporta automaticamente il titolo alla seconda classificata. Finora non è mai successo, è un fatto nuovo che dovrà essere esaminato dagli organi di giustizia e dalla Federcalcio. Quindi il Milan non si aspetti i due scudetti su un piatto d’argento».
Faccia una sua gradualità per le singole società.
«Della Juve ho già detto; la Lazio mi sembra quella più coinvolta per le telefonate di Lotito. La Fiorentina e i Della Valle possono essere considerati la vittima del sistema. Della Valle prima contestava, poi si è integrato e ha appoggiato questo “Palazzo”, insomma è sceso a compromessi e quindi potrebbe cavarsela. È la storia del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto. Il Milan invece è un caso mai nato, perché il colloquio telefonico Meani-Mazzei non concerne l’illecito, ma solo il buon gusto».
E i casi dei singoli, tipo Moggi e Giraudo?
«Almeno 5 anni con proposta di radiazione che compete poi al presidente federale».
E i tempi dei processi sportivi?
«Partiamo dal presupposto che quanto visto finora riguarda un’indagine iniziata nel 2002. Queste sono le briciole e tante altre cose usciranno nei prossimi giorni. Manca ancora il quadro completo e solo allora la giustizia sportiva potrà intervenire, quando la magistratura trasmetterà tutte le intercettazioni complete e non solo stralci. Penso che questo avverrà entro 10 giorni, poi inizieranno gli interrogatori sportivi e la Disciplinare potrebbe iniziare il dibattimento in luglio, comunicando le imputazioni agli inquisiti e ascontandoli poi. Sarà comunque fatta giustizia prima della partenza dei campionati».


Lei è già stato contattato come difensore?
«Sì, ma è prematuro parlarne».
Ma adesso come si sente?
«Tradito, questo è un danno al calcio, alla sua credibilità e all’avviamento allo sport dei giovani. E in previsione mondiali e Euro 2012, quattro furbetti mettono in ginocchio un paese».

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