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Madonia e Lioce non sono più "sfollati": rientrano nel carcere dell'Aquila

Dopo il terremoto, conclusi a tempo di record i lavori di ristrutturazione nel carcere di massima sicurezza di Le Costarelle di Preturo. Tornano dietro le sbarre a regime di 41-bis i primi 40 detenuti, tra cui il killer della mafia e la brigatista che uccise Biagi e D'Antona

Salvino Madonia, Nadia Desdemona Lioce e gli altri detenuti sottoposti al regime del 41 bis da venerdì non sono più «sfollati» eccellenti. Come riporta il quotidiano abruzzese «Il Centro», dopo il terremoto dello scorso 6 aprile, sono rientrati nelle celle del carcere di massima sicurezza di località Le Costarelle di Preturo, da dove tre mesi e mezzo fa erano stati trasferiti per motivi di sicurezza. I 70 detenuti speciali del carcere aquilano saranno riportati tutti nel luogo in cui stavano scontando la pena prevista entro la prossima settimana.
Il penitenziario, al termine di lavori di ristrutturazione post sisma portati a compimento a tempo di record, è tornato completamente agibile e questo ha comportato l'avvio della «fase due», cioè del trasferimento. Si spiegano così, dunque, il volteggiare degli elicotteri e le staffette della polizia penitenziaria dal casello autostradale dell'Aquila Ovest, e poi lungo il tragitto la statale 17, fino appunto a Preturo.
La scorta dei detenuti è stata gestita secondo un piano di sicurezza che ha visto mobilitati centinaia di agenti per i primi 40 detenuti tornati a «casa».
Il carcere di Le Costarelle, prima del sisma, ospitava circa 140 detenuti che durante questo periodo sono stati collocati a Pescara ma anche fuori regione, come nel caso della brigatista Lioce, spostata a Rebibbia, e di Madonia, proveniente da Spoleto. Madonia sta scontando l'ergastolo definitivo per l'uccisione dell'imprenditore Libero Grassi.

La Lioce invece è stata condannata al carcere a vita per l'assassinio del giuslavorista Marco Biagi e del docente universitario Massimo D'Antona.

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