Roma

Madre e figlia uccise, fermato il fratello

Il sangue si era infilato fin sotto la porta di ingresso e aveva sporcato anche lo zerbino. È stato difficile, per la polizia, entrare senza compromettere la scena del crimine. Gli agenti si sono trovati di fronte a due cadaveri, di madre e figlia, appena entrati in un appartamento al quarto piano in via Calpurnio Fiamma 33, in un comprensorio sulla Tuscolana. Dopo aver ascoltato le testimonianze di parenti e vicini, gli investigatori hanno stretto il cerchio intorno al figlio e fratello delle due vittime, Ida Marmini, 77 anni, e Annamaria Vezzani, 48 anni.
Nel tardo pomeriggio, al termine di un lungo interrogatorio, Stefano Vezzani, 41 anni, disoccupato, con piccoli precedenti penali, è stato fermato con l’accusa di duplice omicidio volontario e il fermo convalidato dal pm Marcello Monteleone. Un dramma maturato in un contesto familiare di continui litigi e rapporti tesi da tempo. Il figlio della donna uccisa da mesi non viveva più nell’appartamento del Tuscolano. Ma andava spesso a trovare la mamma e la sorella alla continua ricerca di denaro. E ogni volta i vicini li sentivano discutere. Negli ultimi tempi le visite si erano fatte più rade: «Non lo vedevo da un bel po’ di mesi», racconta l’ex portiere del comprensorio. Ieri mattina, al termine di un litigio, probabilmente scatenato dal rifiuto delle vittime all’ennesima richiesta di soldi da parte del giovane, la tragedia. Le due donne sono state colpite alla testa con un oggetto contundente che ha provocato loro fratture plurime così profonde da causarne la morte. Il cadavere della madre è stato trovato dietro alla porta d’ingresso, avvolto in una coperta, quello della figlia sul pavimento in fondo al corridoio. I vicini di casa delle due vittime hanno sentito ieri all’alba delle urla provenire dall’appartamento di Ida Marmini. Poi il silenzio. «Alle 5 ho sentito lamenti venire dall’appartamento di quelle povere donne - rivela il signor Mario - ma non ci ho fatto tanto caso». «È stato il genero e cognato delle donne uccise - racconta un’altra inquilina - a chiamare la polizia, questa mattina (ieri, ndr). Aveva suonato alla loro porta e, non avendo avuto risposta, preoccupato aveva chiamato i pompieri».
L’uomo, sposato con la sorella di una delle vittime, fa il netturbino di professione e vive sullo stesso pianerottolo della suocera. La moglie lavora come donna delle pulizie. Quando ieri mattina è uscito di casa per andare al lavoro ha visto il sangue sul pianerottolo e ha avvertito il 113. Dietro alla porta, abbattuta dai vigili del fuoco, c’era il corpo della suocera, come se la donna avesse fatto un disperato tentativo di uscire per chiedere soccorso. «Ho sentito il genero gridare: “È venuto il figlio e le ha ammazzate”», racconta una vicina.
Ida Marmini era vedova e viveva della pensione insieme alla figlia Anna Maria, che non lavorava, non era sposata e da soffriva di esaurimento nervoso. Le due favecano vita ritirata e passavano tutta la giornata insieme. Non uscivano quasi mai e non ricevevano visite. Pare che fosse stata proprio la pensionata a cacciare di casa il figlio maschio, con il quale continuava avere un rapporto turbolento.

«Erano persone riservate ma litigavano spesso, soprattutto con gli altri componenti della famiglia», raccontano gli abitanti della zona.

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