Cremona Violentato per due volte a scuola nel Cremonese. Vittima un bimbo di 9 anni, l'orco sarebbe un insegnante di sostegno impegnato anche come consigliere comunale. Tutto questo stando a una denuncia dettagliata che i genitori del piccolo, nordafricani, hanno presentato ai carabinieri. Ma sui fatti esposti sono state aperte immediatamente più indagini. Quella degli stessi militari, quella della Procura di Cremona, e quella del tribunale per i Minorenni. Si indaga, insomma, a 360 gradi per cercare di capire se si trovino necessari riscontri a quanto è stato denunciato e in cui sarebbero coinvolte anche due altre insegnanti. Il loro ruolo? Avrebbero coperto il docente scoprendolo sul fatto, in un caso facendo finta di non aver visto e in un altro invitando la piccola vittima a «non parlare per non creare problemi».
Solo un fatto è già assolutamente certo, almeno per i medici: la violenza su questo bimbo c'è stata. Sabato scorso il bimbo ha lamentato dolore al basso ventre. Da qui il ricovero all'ospedale di Codogno, nel Lodigiano. E, successivamente la corsa alla clinica Mangiagalli di Milano. Lì il bimbo avrebbe raccontato. Il referto milanese non lascia dubbi: si spiega che il piccolo è stato sottoposto a violenza. Due volte, almeno.
Il primo caso risale al 25 marzo scorso. Si spiega che il ragazzino sarebbe stato importunato dall’insegnante durante le attività sportive, nella doccia della piscina della scuola. Il secondo episodio, sempre come raccontato, sarebbe avvenuto venerdì 8 aprile, nei bagni della elementare. Nell'esposto si spiega che alla scena avrebbero assistito due diverse insegnanti. La prima volta, una delle due, sarebbe arrivata alla doccia dell'impianto sportivo perché non trovava più l'alunno da un po' di tempo. La maestra avrebbe visto parte della scena e avrebbe subito richiuso la porta davanti a sé facendo finta di nulla e attendendo l’alunno all'esterno. La seconda volta, un'altra insegnante avrebbe sorpreso l’uomo nei bagni della scuola con il piccolo. L’insegnate avrebbe allontanato il collega e quindi rassicurato il bimbo ma dicendogli, poi, di stare zitto sui fatti in modo da evitare problematiche. E al momento lui, sotto choc, non aveva riferito nulla ai genitori. Per poi parlare il giorno successivo rispetto all'ultima violenza.
Prova a difendere il docente il vicesindaco del borgo in cui l'insegnante risiede. Spiegando che, almeno per ora, l'amministrazione comunale in cui l'insegnante opera anche come consigliere non crede alle accuse. Dice il vicesindaco: «Conosco molto bene e da anni la il maestro. E nel nostro centro lo conoscono un po' tutti. Rimango assolutamente incredulo di fronte a queste accuse». Intanto ieri a scuola il piccolo non si è presentato. La famiglia spiega che è terrorizzato. Lo terremo a casa, per fare in modo che si riprenda».
Ma a scuola, ieri, non c'è andato nemmeno l'insegnante finito sotto accusa. Che si è anche dimesso dal suo incarico in Comune. Come per una sorta di autosospensione.
«Da noi se un adulto fa una cosa simile a un bambino - spiegava ieri la famiglia - viene portato nella pubblica piazza e gli si taglia la testa davanti a tutti». Una rabbia composta è quella che viene espressa mentre a casa di questi immigrati, in Italia da diversi anni, c'è un costante via vai di connazionali lì per manifestare la propria solidarietà. «Per noi - spiega i familiari del bambino - è anche una questione di onore.
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