Mentre i Ros sono ancora al lavoro sull'ingente quantità di materiale sequestrato nei giorni scorsi, proseguono gli interrogatori di garanzia per gli arrestati coinvolti nello scandalo di Mafia Capitale.
"Non ho preso manco una lira", si difende Luca Gramazio, consigliere regionale di Forza Italia, interrogato dal gip Flavia Costantini nel carcere di Rebibbia, dove si trova detenuto. eri erano stati sentiti l’ex presidente dell’Assemblea capitolina, Mirko Coratti, e l’ex assessore comunale Daniele Ozzimo. Anche loro hanno respinto le accuse sostenendo sostanzialmente di non aver avuto mai rapporti d’affari con Salvatore Buzzi, uomo delle cooperative e presunto braccio destro di Carminati.
Si smarca anche Franco Figurelli, ex capo della segreteria di Coratti a cui Salvatore Buzzi parlò della "mucca da mungere". "È assolutamente estraneo agli eventi" ha detto il suo legale Antonio Stellato a Sky Tg24, "È un paradosso inammissibile che sia stato arrestato dicendo, secondo l’assunto accusatorio che avrebbe potuto reiterare condotta realizzata un anno e mezzo fa. È un membro della segreteria di Coratti, attinto da un sequestro otto mesi fa ed estromesso dall’amministrazione capitolina. Fa un lavoro assolutamente marginale in un ente pubblico". Si è invece avvalso della facoltà di non rispondere Antonio Esposito, amministratore della cooperativa Cosma, che secondo gli inquirenti serviva come collettore delle quote degli utili di Mafia Capitale spettanti al presunto boss Massimo Carminati.
"Mi vergogno a leggere alcune intercettazioni", commenta intanto Matteo Renzi, "Potevamo fare di più? Sì. Potevamo accorgercene prima? Sì. Ma ora stiamo facendo. La politica gregaria del malaffare? Sono totalmente d’accordo, non c’è ombra di dubbio. In questi anni la politica non ha toccato palla: quando andava bene i tecnici hanno governato, quando le cose andavano male si è permesso ai ladri di rubare. Ma c’è una differenza tra giustizialismo e giustizia, non sono tutti uguali".
Ma al coro di chi chiede le dimissioni di Ignazio Marino si aggiunge pure il Codacons:che ha inviato oggi una formale diffida al sindaco di Roma: "Quello che si è delineato attraverso l’indagine della magistratura è un vero e proprio fallimento di Roma non solo economico, ma politico e morale, e le condotte poste in essere dalla pubblica amministrazione appaiono macchiate di dolo e
colpa grave", spiegano, "Riteniamo che la politica capitolina non possa rimanere immobile di fronte a quanto avvenuto, ma debba assumere decisioni a tutela della collettività e della corretta efficienza dell’amministrazione".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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