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Mafia, favori alle cosche "Lombardo è indagato" Ma lui: "Accuse false"

Il governatore della Sicilia e il fratello, il parlamentare Angelo (Mpa), indagati a Catania. Coinvolto anche l'Udc Fagone. Avrebbero avuto contatti con Vincenzo Aiello, considerato vicino a Santapaola

Mafia, favori alle cosche 
"Lombardo è indagato" 
Ma lui: "Accuse false"

Palermo - Il presidente della Regione Siciliana, Raffaele Lombardo, e suo fratello, Angelo, parlamentare del Movimento per l’autonomia sono, indagati dalla procura della Repubblica di Catania per concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa avrebbero avuto contatti con Vincenzo Aiello, arrestato l’8 ottobre del 2009 da carabinieri, e indicato come uno dei boss vicini al capo mafia ergastolano Benedetto Santapaola. La notizia, riportata dal quotidiano La Repubblica, ha trovato conferme in ambienti giudiziari qualificati. Nell’inchiesta è indagato anche il parlamentare regionale dell’Udc Salvino Fagone. Agli atti dell’indagine ci sarebbero intercettazioni telefoniche e ambientali dei carabinieri del Ros e le dichiarazioni di un pentito.

Lombardo: solo spazzatura "Replico a questa pattumiera di notizia di oggi, dicendo molto chiaramente che si tratta di notizie paradossali fino ad essere ridicole. La matrice della loro diffusione, ne sono convinto anch’io, è politica". "Non ho mai avuto a che fare o trattato, neppure indirettamente, con uomini della mafia - ribadisce il governatore - Tanto meno con questo signor Aiello o l’altro, Avola, che mi attribuiva le visite in una bar, alla guida di un’automobile che non ho mai guidato che non saprei descrivere".

Nessun affare con i boss "Dico ancora che non solo io non ho fatto nessun affare con i boss, ma che io non faccio affari. Da mille euro o da un miliardo di euro. Con nessuno - aggiunge - si tratti di boss o imprenditori limpidissimi: alla Regione gli affari sono banditi, per quanto riguarda me e per quanto riguarda il mio ruolo. Piuttosto - afferma Lombardo - rivendico di aver, insieme all’intera giunta, concretamente combattuto la mafia ed i suoi affari: dall’energia sino ai termovalorizzatori, dove la mafia è infilata fino ai capelli". "Sono io - conclude Lombardo - a rivolgermi alla magistratura a cui, ovviamente, offro tutta la mia disponibilità. Mi rivolgo alla magistratura e non ad altri, non evoco è complotti né congiure: perché annuncio che querelerò e mi costituirò parte civile contro chiunque osi, pentito, collaboratore o confidente, dichiarare il contrario".

Il legale: "Pronti a parlare coi pm" "Lombardo chiederà di essere sentito al più presto possibile dai magistrati della procura di Catania". Lo ha annunciato il suo legale, l’avvocato Carmelo Galati, sull’inchiesta su presunti rapporti del governatore con esponenti della mafia etnea, anche per "evitare un altro caso Calogero Mannino: assolto dopo 17 anni di inchiesta. Il presidente non si può sottrarre perchè c’è in ballo il futuro della Sicilia messo a rischio da notizie che paiono scandalistiche".

Inchiesta su fuga notizie La procura di Catania ha aperto un fascicolo per la fuga di notizie.

Secondo gli ambienti vicino a Palazzo d’Orleans, il governatore siciliano in queste ore starebbe incontrando singolarmente ciascun assessore per un rapido giro di consultazioni che dovrebbe portare, intorno alle 15, alla convocazione di una seduta straordinaria della giunta.

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