
Borseggi, furti con destrezza, scippi. Tutti reati non più perseguibili d'ufficio. Lo impone la riforma Cartabia che obbliga le autorità di polizia giudiziaria ad agire solo se le vittime sporgono denuncia. Il più delle volte non succede e così decine di criminali restano impuniti.
A sollevare il problema sono soprattutto le città d'arte invase dai turisti, troppo spesso facili prede dei malviventi. Venezia è la prima a chiedere al Parlamento e al governo correttivi urgenti, come la procedibilità d'ufficio, per combattere il fenomeno dei borseggiatori, una piaga nella città lagunare. «Non possiamo rassegnarci alla normalizzazione di reati che danneggiano quotidianamente la vita delle persone e l'immagine della città - spiega, categorico, il sindaco Luigi Brugnaro -. Le difficoltà partono dalla riforma Cartabia che, pur animata da principi condivisibili, modifica la procedibilità per certi reati, comportando una sostanziale impunità per gli autori seriali di quelli considerati minori, procedibili solo a querela». Gli fa eco il primo cittadino di Ancona, Daniele Silvetti: «Appoggio in pieno la proposta del collega Brugnaro per rendere il reato di borseggio perseguibile d'ufficio» spiega.
«Oggi - osserva Silvetti -, a seguito della riforma, il borseggio può essere denunciato solamente dalla persona offesa. Il furto aggravato dalla destrezza è un reato procedibile a querela di parte. E i borseggiatori la fanno franca. Le persone che assistono al furto non possono denunciarlo al posto della vittima. Che, non potendo contare sull'aiuto di nessuno, si trova isolata. La situazione diventa paradossale se pensiamo che il poliziotto che vede una scena di borseggio non può intervenire se non lo chiede la vittima che deve sporgere querela. Se non avviene la polizia non può neanche procedere all'arresto in flagranza di reato. Quindi il poliziotto che vede il ladro scappare non può fermarlo». «Auspico quanto prima una revisione della Cartabia - conclude - per riposizionare il reato nella giusta e doverosa gerarchia per garantire i cittadini e la loro libertà individuale».
A riscrivere in parte «la Cartabia» ci ha pensato il decreto sicurezza che, tra le novità, modifica la normativa sulla detenzione per le borseggiatrici in stato interessante o con figli piccoli.
Una norma in vigore da decenni, raccontata persino nell'episodio Adelina del film diretto da Vittorio De Sica nel lontano 1963 Ieri, Oggi, Domani dove l'attrice Sofia Loren, pur di sfuggire al carcere, resta incinta di continuo. La gravidanza come scudo, insomma, per evitare la galera. E se lo stato interessante per le borseggiatrici non è più garanzia per restare impunite, resta il nodo della denuncia, in mancanza di questa polizia, carabinieri e guardia di finanza non possono fare molto. Anzi, nulla.
«Brugnaro coglie nel segno quando evidenzia come la priorità per garantire la sicurezza nelle città non è una riforma discutibile - interviene anche il sindaco di Catanzaro, Nicola Fiorita - ma un impegno serio di personale e risorse. Servono più uomini e più mezzi, non solo proclami o riforme calate dall'alto».