La Consulta sdogana i due papà

Da Pesaro arriva una sentenza "storica" che ha riconosciuto l’adozione di un figlio da parte di una coppia omogenitoriale di due uomini, nato tramite gestazione per altri (Gpa) all’estero

La Consulta sdogana i due papà
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Neanche il tempo di ragionare sulle ricadute della sentenza della Consulta sulle due mamme che arriva la giurisprudenza creativa a sdoganare i due papà. Da Pesaro arriva una sentenza «storica» che ha riconosciuto l’adozione di un figlio da parte di una coppia omogenitoriale di due uomini, nato tramite gestazione per altri (Gpa) all’estero. Secondo il «Corriere Adriatico» il Tribunale dei minori ha dato il via libera all’adozione da parte del secondo papà nonostante la recente legge italiana renda reato universale l’odiosa pratica dell’utero in affitto. «Il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo», scrivono i giudici. Con buona pace del Parlamento, che intende impedire alle coppie omo ed eterosessuali di sfruttare la gestazione per altri, il pronunciamento del tribunale marchigiano riaccende lo scontro sul diritto di famiglia.

Neanche il tempo di ragionare sulle ricadute della sentenza della Consulta sulle due mamme che arriva la giurisprudenza creativa a sdoganare i due papà. Da Pesaro arriva una sentenza «storica» che ha riconosciuto l’adozione di un figlio da parte di una coppia omogenitoriale di due uomini, nato tramite gestazione per altri (Gpa) all’estero. Secondo il «Corriere Adriatico» il Tribunale dei minori ha dato il via libera all’adozione da parte del secondo papà nonostante la recente legge italiana renda reato universale l’odiosa pratica dell’utero in affitto. «Il minore deve essere tutelato al di là della modalità con cui è venuto al mondo», scrivono i giudici. Con buona pace del Parlamento, che intende impedire alle coppie omo ed eterosessuali di sfruttare la gestazione per altri, il pronunciamento del tribunale marchigiano riaccende lo scontro sul diritto di famiglia.

Secondo la ricostruzione del quotidiano i due uomini qualche anno fa si erano rivolti a un’agenzia di San Diego, negli Stati Uniti: dopo la donazione del seme, avevano selezionato una donatrice di ovuli da una banca dati e un’altra donna che avrebbe portato avanti la gravidanza. Una volta nato, il bambino è stato registrato come cittadino americano con un doppio cognome e un certificato di nascita con entrambi i papà. Nel 2023 Dopo il riconoscimento giuridico del solo padre biologico si è scelta la strada della stepchild adoption, l’adozione «speciale» sancita dalla Cassazione per il secondo papà. Il quale ha deciso, due anni fa, di avere anche lui un figlio biologicamente suo.

Nonostante il governo abbia legiferato contro questa odiosa pratica (lo scorso ottobre la gestazione per altri è diventata punibile in Italia anche se commessa all’estero) i giudici hanno autorizzato l’adozione perché il bambino è nato prima dell’entrata in vigore della legge, in nome anche della «piena tutela affettiva e giuridica». Secondo i giudici «negare il riconoscimento solo per via della tecnica procreativa utilizzata dai genitori e vietata dal nostro ordinamento significherebbe perpetuare una discriminazione, in violazione del principio di uguaglianza. La decisione è stata dunque ispirata – come affermato nella motivazione – da “una interpretazione che deve essere improntata a un senso di umanità”».

Con buona pace del Parlamento e del corpo delle donne sfruttato per soldi. Non è escluso che la sentenza della Consulta e questa decisione del giudice non diano il la a una giurisprudenza creativa che aggirerà i divieti voluti dal Parlamento. Staremo a vedere

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