Magistratura

Il piano "anti-Apostolico" del governo: ecco di cosa si tratta

Dopo il "caso" Apostolico, dalla Lega è stata lanciata l'ipotesi di una mini riforma dei tribunali per trasferire le pratiche dei migranti ai giudici di pace o alle Corti d'Appello

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L'obiettivo di questo governo è quello di migliorare il Paese e man mano che si presentano criticità o problemi cerca di trovare soluzioni adeguate e durature per gli stessi. In questi giorni sta prendendo forma sui tavoli dell'esecutivo una mini-riforma della Giustizia, incentrata per lo più alla riorganizzazione dei tribunali. Nello specifico, l'idea è quella di abolire le sezioni che si occupano di immigrazione, trasferendo le competenze ai giudici di pace o alle Corti d'appello. L'idea nasce dalla Lega di Matteo Salvini a seguito del "caso" di Iolanda Apostolico, che ha sollevato preoccupazioni su una possibile politicizzazione dei giudici di quelle sezioni.

Stando a quanto riferisce il Messaggero, gli uffici del Viminale e del ministero della Giustizia stanno già lavorando d'intesa con Palazzo Chigi per la riforma, che fa seguito alle voci secondo le quali, sempre il partito di Salvini, aveva fatto trapelare delle revisioni al sistema per "garantire una maggiore celerità nei responsi e una piena terzietà dei pronunciamenti" in relazione ai permessi di soggiorno e di lavoro. Iolanda Apostolico non è il primo giudice, e non sarà l'ultimo, ad agevolare dubbi di imparzialità nella magistratura italiana. E questo non è nemmeno un argomento nuovo, se si considerano gli "scandali" del passato, sempre legati alla politicizzazione delle toghe. La Lega, benché l'iniziativa parta da qui, non è l'unico partito che crede in un cambiamento necessario per limitare i danni dell'ideologia politica nei tribunali. È un pensiero condiviso con tutti gli esponenti della maggioranza, che ora lavorano per tentare di migliorare anche questo aspetto.

La disapplicazione del decreto Cutro da parte di Iolanda Apostolico, e a seguire anche da altri giudici in diverse sezioni dell'Immigrazione in Italia, ma, soprattutto, la presenza della stessa alla manifestazione contro Matteo Salvini a Catania nel 2018, sono stati dei campanelli d'allarme impossibili da ignorare. La proposta della Lega ha trovato trasversale accoglimento nella maggioranza ma, ovviamente, ci sono alcuni nodi da sciogliere per avviare concretamente la mini-riforma. Nello specifico, infatti, c'è il problema dell'organico, non secondario. Le Corti d'Appello in cui si potrebbero convogliare queste richieste, spiegano da via Arenula, "sono competenti e hanno esperienza in materia ma sono anche oberate e non c'è abbastanza personale, a differenza dei giudici onorari che potrebbero farsi facilmente carico di questi processi".

L'ipotesi di nominare nuovi magistrati, spiega il Messaggero, è in piedi ma serve prima trovare i fondi. E non sarà facile. Tuttavia, si lavora in questa direzione per "smontare" le 26 sezioni immigrazione, una per ogni Corte d'Appello, dove negli anni si sono trasferiti diversi giudici, che hanno espressamente e, pare, con insistenza, chiesto l'assegnazione in quel ruolo.

Questa è la voce riportata dal quotidiano romano che circola ai piani alti della Lega, che parla di mere "questioni ideologiche" dietro i trasferimenti.

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