
Manfredi Catella aveva annunciato l'ultima grande operazione un mese fa con la sua Coima, il gruppo di investimento, sviluppo e gestione di patrimoni immobiliari: un accordo con gli istituti di credito per l'acquisto dei debiti pregressi dello storico Grand Hotel des Bains del Lido di Venezia che tornerà a nuova vita.
Coima è la mamma del Bosco Verticale e in generale di tutta Porta Nuova, il quartiere che ha cambiato il volto e poi anche lo skyline - di una parte di Milano. E Catella è da anni uno dei protagonisti del mattone, convinto che in questo settore bisogna pensare su larga scala, ragionare più sul quartiere che sull'edificio. Il capoluogo lombardo lo ha adottato ma Catella è nato a Livorno, nel 1968, da genitori originari di Caltanissetta. Si è laureato in Economia e Commercio all'Università Cattolica di Milano e ha un master in Pianificazione Territoriale e Real Estate al Politecnico di Torino. Dopo un'esperienza in finanza a Parigi e a Chicago, nel 2001 ha iniziato a lavorare al progetto Porta Nuova. Ai tempi la Fondiaria Sai di Salvatore Ligresti era proprietaria al 50% di tutti i terreni. «Ricordo che all'epoca ogni sei mesi ci si incontrava con gli architetti e Ligresti arrivava con la sua matita rossa e blu pronto a ridisegnare quello che la mano esperta aveva tracciato. Io ero troppo giovane per impormi. L'unico modo era invitare Gerald Hines. I due, della stessa età, parlando uno inglese e l'altro italiano, si capivano a gesti e trovavano l'accordo. Mettendo un freno all'impetuosità di Ligresti» ha raccontato una volta Catella. Che poi è diventato responsabile in Italia del colosso americano Hines con cui in una decina di anni tra il 2004 e il 2014, ha trasformato il quartiere Garibaldi con la nuova piazza Gae Aulenti e la UniCredit tower. Ha cambiato anche il volto alla zona delle Varesine, in fondo a via Melchiorre Gioia, dove un tempo di notte si davano appuntamento spacciatori e prostitute. A Porta Nuova negli anni sono poi arrivati i grattacieli e gli headquarter di una serie di società tecnologiche, come Google, Samsung e Microsoft in viale Pasubio con la sede disegnata dallo studio svizzero Herzog & De Meuron.
Nel 2015 Manfredi Catella ha ceduto Porta Nuova al fondo sovrano del Qatar e ha rilevato il controllo di Hines Italia, liquidando i soci americani e dandogli il nome di Coima Sgr, come la società di famiglia fondata nel 1974 dal padre Riccardo (scomparso nel 2005) a cui Manfredi ha dedicato l'omonima Fondazione di cui è presidente. La holding oggi gestisce 30 fondi immobiliari per dieci miliardi di investimenti con i grandi player del sistema bancario quali compagni di avventura.
Lo scorso 10 luglio la Fondazione Milano Cortina 2026 e Coima, in qualità di promotore e gestore dei fondi immobiliari Coima Olympic Village Fund e Fondo Porta Romana (che vede come coinvestitori Covivio e Prada), avevano annunciato un accordo in vista della consegna del Villaggio Olimpico alla stessa Fondazione. Sempre a Milano Coima ha avviato di recente anche un'operazione sul complesso di edifici della sede di Ubi in via Monte di Pietà, tra gli hotel Bulgari e Mandarin Oriental, che verranno riuniti in una proprietà unica e riqualificati.
«Sono semplicemente un combinatore», ha più volte detto di sé Catella. Che ieri in un comunicato ha scritto: «La trasparenza e la legalità sono fondanti per il nostro gruppo e per tutti noi, e avremo modo di affermarlo con determinazione anche in questa circostanza».