Vertice di maggioranza: c’è accordo sul fine vita. Ma sul terzo mandato Forza Italia dice no

La decisione finale del governo soltanto dopo il pronunciamento della Conferenza Regioni

Vertice di maggioranza: c’è accordo sul fine vita. Ma sul terzo mandato Forza Italia dice no
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«Seguiremo le linee guida della Corte Costituzionale». La scadenza di metà luglio per l'approdo in aula del ddl sul fine vita si avvicina e la maggioranza convoca un vertice ad hoc per riuscire a sciogliere gli ultimi nodi. Un confronto da cui esce una indicazione politica chiara.

«La maggioranza è unita» sul fine vita. «Il suicidio non è diritto. Ci sarà una legge, in Senato, è fissata per il 17 luglio. Andremo avanti con la proposta unitaria del centrodestra, stanno lavorando gli uffici per affinarla» dice il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani parlando alla Camera dopo il vertice di maggioranza con la premier Meloni a Palazzo Chigi, un vertice al quale prendono parte anche l'altro vicepremier Matteo Salvini, il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, il ministro della Giustizia Carlo Nordio, il ministro della Salute Schillaci e la ministra per la Famiglia Eugenia Roccella.

L'incontro è soprattutto l'occasione per sondare intenzioni e umori, «un incontro orientativo», spiegano, e impostare una iniziativa legislativa che sostanzialmente ricalcherà le indicazioni prodotte dalla Corte Costituzionale, comprendendo anche la definizione del percorso delle cure palliative. Un testo a cui si arriverà «con calma», per dirla con Matteo Salvini, perché ci sono alcuni nodi da superare, nodi su cui è necessario ascoltare i pareri tecnici e pesare le sensibilità di ciascuno, comprese quelle degli operatori della sanità.

Il disegno di legge di iniziativa parlamentare sul fine vita promosso dalle opposizioni («Disposizioni in materia di morte medicalmente assistita», primo firmatario il senatore del Pd Alfredo Bazoli), del quale ha discusso il vertice di maggioranza, era già previsto nel calendario dell'aula del Senato nella settimana fra il 15 e il 17 luglio. Nonostante il provvedimento sia stato assegnato alle commissioni riunite Giustizia e Affari sociali già a inizio legislatura, il 14 novembre 2022, finora non aveva trovato la strada dell'assemblea. A promuovere l'accelerazione dei lavori parlamentari era stato il presidente del Senato, Ignazio La Russa, che aveva rivendicato la sua «moral suasion nei confronti della maggioranza e dell'opposizione», in occasione della conferenza dei capigruppo del 14 maggio scorso, quando fu decisa la calendarizzazione in assemblea della riforma della giustizia.

In realtà oltre che sul fine vita il vertice tocca altri due temi, viene infatti avviato un confronto anche su Roma Capitale e sul Fondo Sociale per il clima. Giorgia Meloni, peraltro, in apertura di riunione fa anche una battuta sul modo in cui questi summit vengono trattati dai quotidiani. «Lo dico subito: oggi non devo sgridare nessuno, anche se scriveranno il contrario. Anzi voglio dire che sono davvero orgogliosa di tutti i ministri e in particolare dei vicepremier».

Sullo sfondo, anche se non si entra nel merito della questione, nel corso del vertice c'è modo anche di toccar velocemente il tema del terzo mandato. Le posizioni all'interno del centrodestra rimangono distanti.

Forza Italia ribadisce la propria contrarietà di massima, la Lega è favorevole mentre Fratelli d'Italia conferma la volontà di discutere della materia dopo il pronunciamento della Conferenza delle Regioni. In sostanza la decisione è quella di lasciare la delega e la decisione finale ai leader Giorgia Meloni, Antonio Tajani, Matteo Salvini e Maurizio Lupi.

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