Malati cronici e stili di vita: le sfide della sanità

Il piano socio sanitario della Lombardia per i prossimi anni è ancora una bozza da discutere il Consiglio regionale. Ma nel frattempo i politici e i direttori degli ospedali fanno il punto su quali saranno le linee guida da seguire per rispondere alle nuove esigenze dei pazienti. Nonostante la manovra. «Siamo un po’ preoccupati per i tagli - spiega Angelo Giammario (Pdl), organizzatore del convegno «Nuove sfide per la sanità lombarda», che si è tenuto ieri pomeriggio all’hotel Hilton - ma tutto sommato possiamo rimanere ottimisti, nella certezza che non verrà compromesso nessun progetto sanitario in programma». E in ogni caso le nuove forme della sanità lombarda - con il calo dei ricoveri e l’aumento dell’assistenza domiciliare - permetteranno di risparmiare. Così come lo permetterà la creazione dei poli di eccellenza: «Un’altra forma di risparmio - spiega Giammario - è l’unificazione delle strutture in poli specializzati per l’oncologia, per la pediatria e via dicendo. In questo modo si aumenta di gran lunga anche la qualità delle cure e delle diagnosi».
Dove va quindi la sanità regionale? A spiegarlo è lo stesso direttore sanitario Carlo Lucchina: «Tra gli obbiettivi principali c’è la prevenzione, intesa sia come attività di screening al seno o alla prostata sia come attenzione agli stili di vita dei giovanissimi, per educarli a una vita senza fumo e con un’alimentazione corretta. Altro traguardo da raggiungere è potenziare l’assistenza nella fase post acuta della malattia, le cosiddette cure a bassa intensità. E fare in modo che si riducano gli accessi inappropriati al pronto soccorso».
Il direttore dell’Asl Walter Locatelli appoggia in pieno la scelta di aumentare le cure territoriali extra ospedale e sostiene che per vincere le sfide del futuro si debba puntare molto sulla tecnologia «con più formazione, più innovazione, più ricerca e più aggiornamento». Non solo, per far funzionare il sistema sanitario «è importante fissare degli standard di riferimento per misurare la qualità dei vari ospedali. Cosa che in Lombardia ha già permesso di raggiungere livelli di assistenza alti».

E anche la gestione delle aziende ospedaliere sembra destinata a cambiare: con più flessibilità in base alle esigenze della popolazione e con reparti che non siano più considerati compartimenti stagni. «Più hanno ha la vita - sintetizza Locatelli - più vita è necessario dare agli anni, affrontando una grande sfida: quella della cronicità delle malattie».

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