«Parliamoci chiaro. Il problema adesso non è Malpensa hub o no. Hanno già tagliato i voli di collegamento alle capitali europee, stanno pregiudicando anche il suo futuro di aeroporto regionale point to point». Onorio Rosati, segretario della Cgil milanese, lancia lallarme nel giorno dellincontro tra sindacati e Regione sul futuro dellaeroporto lombardo: «Il governo dovrebbe chiedere a AirFrance di ricostituire tutte le tratte».
La Cgil è alleata di Formigoni nelle critiche al governo?
«Alleati con Formigoni? Di sicuro cè una preoccupazione condivisa. E mi aspetto che le istituzioni locali, Comune, Provincia e Regione, si sforzino di parlare un linguaggio solo perché è lunico modo per pesare in una trattativa con il governo e con AirFrance. Al tavolo nazionale bisogna chiedere la liberalizzazione degli accordi internazionali. Se si dice mercato facciamolo veramente».
È preoccupato dalle posizioni differenti in campo?
«Cè chi parla di hub, chi di point to point. Formigoni chiede una moratoria ma bisognerebbe capire che cosa significa prendere tempo e per fare che. Per quel che ci riguarda significa tempo per ottenere un piano industriale che spieghi con quale vettore o con quali vettori sostituire Alitalia per intercettare nuovo traffico. Altrimenti non si capisce neanche che senso abbiamo gli ammortizzatori sociali».
I sindacati chiedono gli ammortizzatori. Non è una battaglia di retroguardia?
«Gli ammortizzatori servono per gestire questa fase di transizione, non perché ci siano esuberi. Ci interessano se collegati a un piano complessivo di rilancio di Malpensa e Linate. Non è una risposta vecchia o bassa se viaggiano con un piano industriale di rilancio e servono solo a coprire una fase di calo di voli, che ci auguriamo sia la più breve possibile. Già al 31 gennaio non verrebbero confermati 200 tempi determinati che da anni lavorano con Sea».
La Cgil è critica con la scelta AirFrance. Ritenete chiusa la partita?
«Confermiamo il giudizio negativo, il rilancio di Alitalia dovrebbe passare dal potenziamento di Malpensa e invece si va in direzione opposta. Cè un fenomeno di riduzione dei due terzi dei voli settimanali, uno svuotamento molto più consistente di quanto non si fosse annunciato. È come se venisse chiuso un aeroporto perché in un anno verranno a mancare lequivalente di tutti i passeggeri di Linate, otto milioni e mezzo».
Il governo sta svendendo Malpensa e Alitalia?
«Svendendo non so, ma ha accelerato molto con AirFrance sulla base di un piano sconosciuto. Ci sono parecchi punti interrogativi. Puntare al fatto che salti la vendita rischia di non essere realistico, ma è necessario chiedere garanzie come ammortizzatori, voli per lEuropa e infrastrutture».
Teme ripercussioni anche sulle infrastrutture?
«È una delle accuse utilizzate in modo strumentale che Malpensa non abbia i collegamenti infrastrutturali e viabilistici da hub. Usiamo questa vicenda per chiudere tutti gli impegni del 2009 per il completamento dellalta capacità, del collegamento stradale e per la terza pista».
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