Malpensa, il piano atterra i lombardi: «Ogni cittadino perderà mille euro»

Riunione tecnica a Palazzo Chigi. L’assessore Cattaneo: «Una moratoria di tre anni sulla cessione ad Air France»

«Le ragioni della moratoria prendono piede». La Regione ha chiesto tre anni di tempo per far fronte alla cancellazione dei 44mila voli a rischio, i tecnici del governo non hanno risposto di no. E hanno messo sul piatto la possibilità di modificare accordi bilaterali con una quarantina di Paesi, eliminando l’esclusiva di Fiumicino e consentendo così a Malpensa di avere meno vincoli e poter competere secondo leggi di mercato. «Dateci tempo per approfondire e riflettere e vi faremo conoscere una proposta» la richiesta. Palazzo Chigi ha fissato un calendario: il tavolo tecnico si rivedrà giovedì prossimo e il vertice politico è previsto per il 28 gennaio.
Al tavolo Milano in versione tecnica che si è riunito ieri a Roma (presieduto da Francesco Boccia, che ha insegnato per anni all’Università di Castellanza) l’assessore regionale alle Infrastrutture, Raffaele Cattaneo, ha fornito i numeri della crisi da scongiurare, insistendo sulle conseguenze economiche del piano Air France: «Non siamo qui a parlare delle bende e dei cerotti. Se avete deciso che ci amputate le braccia, me ne vado». Alla Regione non bastano i sia pur importanti ammortizzatori sociali né una «gradualità» senza tabelle di marcia precise, tanto più che il taglio delle rotte da Malpensa è già cominciato. Sono stati eliminati i voli per Shanghai, Timisoara, Stoccolma, Cracovia, Skopje, tanto per fare qualche esempio.
Romano Prodi al tavolo Milano di martedì scorso ha parlato di «centralità di Malpensa», liberalizzazione del trasporto aereo, conferma delle infrastrutture e ammortizzatori sociali. Gli esperti lombardi hanno tradotto la questione in cifre. Secondo studi dell’Ambrosetti supportati da approfondimenti dell’Università di Varese e Castellanza, la desertificazione di Malpensa comporta una perdita di 9,3 miliardi al 2015 e di 18,5 entro il 2020. «Mille euro per ogni cittadino lombardo, che diventano duemila entro il 2015, per un introito fiscale perduto dallo Stato di 400-500 milioni l’anno, stimando le quote di tasse che si pagano» sintetizza Cattaneo.
Inoltre, l’assessore ha ribadito i costi degli ammortizzatori (140 milioni) che si sommano alle perdite per l’Alitalia: secondo l’Ambrosetti solo il 30 per cento degli 8,5 milioni di passeggeri che usa Malpensa opterà per Fiumicino, ma anche stimando che a dirottarsi su Roma sia il 60 per cento, sono prevedibili ricavi in meno da 400 a 600 milioni di euro. Insomma, secondo la Regione sarebbe una débâcle per tutti: 500 milioni di tasse in meno per lo Stato, danni per l’economia fino a 18,5 milioni e perdite anche per Alitalia intorno ai 500 milioni.
Il governo è diviso ed è su questo che puntano i supporter di Malpensa. La linea dura di Tommaso Padoa-Schioppa, apertamente contestata dal ministro delle Infrastrutture, Antonio Di Pietro, è stata un po’ ridimensionata da Prodi.

Ed è in questo cuneo che si inserisce anche il presidente della Provincia, Filippo Penati: «Il ministro dell’Economia non ci ha convinto, è stato ondivago. La vera garanzia per Malpensa deve continuare ad essere Prodi».

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