Gaetano Ravanà
da Agrigento
Il porto di La Valletta è distante poche miglia e le luci che si accendono la sera lo fanno somigliare a un albero di Natale. Per cinquantuno maghrebini, invece, quel porto resta un miraggio e, con molta probabilità, non lo vedranno mai. Da venerdì scorso, si trovano «prigionieri» a bordo del peschereccio spagnolo «Francisco Catherine», 26 metri di lunghezza, che li ha raccolti nel Canale di Sicilia quando erano alla mercè del mare. La loro carretta imbarcava acqua già da qualche ora, erano disperati. Soltanto il tempestivo intervento del peschereccio spagnolo, impegnato in una battuta di pesca, ha evitato il peggio. In quel momento, il comandante spagnolo ha lanciato il «may day» alle Capitanerie di porto italiana e maltese. Il natante si trovava in acque internazionali ma a cento miglia dal porto dell'Isola dei Cavalieri. Esclusa la giurisdizione italiana, gli spagnoli con i 51 clandestini salvati a bordo, si sono diretti a La Valletta. Ma a poche miglia dall'arrivo sono stati bloccati da due motovedette. Il governo maltese non gradisce gli immigrati. Il veto è stato categorico.
I 51 immigrati e l'equipaggio del «Francisco Catherine», da ormai cinque giorni sono alla rada dinanzi al porto. La diplomazia è al lavoro, ma finora tra Spagna e Malta non è stato raggiunto un accordo. Tra gli immigrati ci sono 42 uomini, otto donne, due di loro incinte e un bambino di due anni. Le autorità maltesi, giornalmente, fanno arrivare acqua e cibo per tutti, ma è chiaro che la situazione non potrà protrarsi ancora per molto. Già ieri a Malta sono arrivate due squadre della polizia spagnola, e questa mattina saliranno a bordo del peschereccio per identificare i cinquantuno extracomunitari, tutti del sub-Sahara.
È stato questo il primo risultato ottenuto dal console spagnolo a Malta, Juan Vilardel. I poliziotti iberici hanno una vasta esperienza nell'identificazione del Paese d'origine degli immigrati, d'altronde le Canarie sono un approdo quasi naturale per molti clandestini africani. Vilardel, giornalmente si tiene a stretto contatto con l'equipaggio del «Francisco Catherine».
«La situazione a bordo tutto sommato è discreta - spiega l'ambasciatore -, però è chiaro, che ci sono le donne, in particolare quelle in stato interessante e il bambino di due anni, che necessitano di cure particolari. I medici sono saliti a bordo dellimbarcazione, ma è chiaro che bisogna fare qualcosa di concreto». E proprio ieri tre immigrati sono stati trasportati in ospedale a La Valletta.
Dalla Capitaneria maltese, il comandante Ricardo Gabriele è però categorico: «Non possiamo dire come andrà a finire, ma questi clandestini non hanno alcuna possibilità, al momento, di entrare nel nostro territorio».
Malta, negli ultimi tempi, è stata letteralmente presa d'assalto dagli irregolari. Solo nell'ultimo mese ne sono stati ospitati più di un migliaio.
Sulla vicenda è intervenuto anche l'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati. «Comprendiamo le difficoltà e le preoccupazioni delle autorità maltesi.
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