Maltempo, allerta al Centro La neve blocca le ambulanze Nell’attesa muoiono 2 donne

Ancora vittime per il maltempo che ha investito il Centro-Sud. Gli autotrasportatori denunciano danni per 250 milioni e bocciano il fermo dei Tir: decisione dilettantesca

Maltempo, allerta al Centro La neve blocca le ambulanze  Nell’attesa muoiono 2 donne

Il gelo si fatto sentire pure a Regina Coeli. Ieri sono stati distribuiti coperte e cappelli perché in un’area del carcere si è rotto l’impianto di riscaldamento. Ma tutto sommato la Capitale sta reggendo bene le intemperie e oggi, dicono le previsioni, arriva pure il sole. La furia del Blizzard si è scatenata invece sul Nordest e il Centro con sferzate di vento gelido e tanta neve che si accumula su quella già ghiacciata. Risultato: un disastro annunciato che durerà fino a domani. Le tempeste di neve hanno colpito soprattutto Emilia, Marche, Molise, Abruzzo e Basilicata. A Fabriano una cinquantina di tir sono bloccati e ricoverati momentaneamente nel parcheggio della ex Antonio Merloni.

Ma, del resto, non potrebbero muoversi. Lo hanno deciso molti prefetti, in via preventiva, per evitare intasamenti o disservizi ai viaggiatori. Alitalia ha cancellato 12 voli Milano-Roma. Il Viminale sconsiglia invece di mettersi in viaggio con l’automobile. E in caso di «indifferibilità», servono catene o pneumatici da neve. I prefetti hanno inoltre vietato la circolazione a tutti i camion con carichi superiori alle 7,5 tonnellate in molte province del centro-sud (Lazio, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Molise, Abruzzo, Campania, Basilicata e Puglia). In pratica, il traffico commerciale dal Nord al Sud è fermo.

E questa paralisi, che per il commercio è disastrosa, per altri, come l’amministratore dell’Anas, è benvenuta perché almeno «questa volta non si ripeteranno sulle strade gli inconvenienti della settimana scorsa dove c’era stato un effetto a sorpresa - dice Pietro Ciucci -. Crediamo che tutto possa andare per il meglio». Non proprio tutto, visto che in provincia di Macerata e in provincia dell’Aquila due anziane sono morte perché le ambulanze chiamate per i soccorsi non sono arrivate in tempo a causa della neve. Altre ambulanze, con conseguenze non mortali, sono rimaste bloccate nei pressi di Gubbio (Perugia) e a Pitigliano (Grosseto). E in serata il ministero della Salute ha istituito un’unità di crisi per monitorare la situazione dell’assistenza sanitaria nell’emergenza.

In altre cabine di regia prevale l’ottimismo. Le Ferrovie annunciano: «La circolazione dei treni è regolare». Ma molte tratte sono state cancellate per rispettare il piano neve e i treni viaggiano a velocità ridotta. E le Fs sembrano minimizzare le sforbiciate che hanno dato qua e là alla circolazione dei treni regionali «congelando» molti collegamenti. Colpite le tratte interne in Piemonte, Veneto, Friuli, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata e Calabria. E l’elenco infinito delle cancellazioni fa letteralmente infuriare il presidente della Regione Basilicata, Vito De Filippo che attacca le Fs «per un blocco sbalorditivo delle tratte non solo in Basilicata, ma nell'intero Mezzogiorno». In effetti, la sospensione è tutt’altro che momentanea: i collegamenti Potenza-Foggia, per esempio, sono chiusi da martedì scorso. La logica del «blocchiamo così non ci sono problemi», non convince. «Nell’emergenza – tuona De Filippo - i problemi si risolvono, ma di certo non sopprimendo i treni».

E neppure fermando i tir, aggiunge «Trasportounito», che denuncia danni di 250 milioni di euro per le perdite subite durante la prima nevicata e definisce «dilettantesca e non coordinata» la gestione sugli interventi neve: sotto accusa è il «piano neve» disatteso nella parte in cui prevede una precisa informazione su linee guida, su procedure, divieti e modalità degli interventi.

Giù critiche anche dal sindacato «Anita» che scrive al premier Monti per affondare le ordinanze prefettizie sul fermo dei tir. «È inconcepibile che si possa fermare l’economia di un Paese per il rischio di una nevicata. Provvedimenti che dimostrano l’incapacità di affrontare l’emergenza maltempo».

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