da Milano
Sul lenzuolo bianco cè scritto: «Mi sono depilata per voi!».
La frase è divertente, ma il sorriso si spegne subito quando ci si accorge che a esibire lo striscione è una mamma con la figlia quattordicenne a fianco.
La ragazzina si chiama Sara e guarda perplessa i genitori; il padre si tiene a debita distanza, imbarazzato sicuramente più dalla consorte che dalla sua Sara. Ma che ci faceva la famiglia Lauro al completo laltroieri alle 15 in piazza Duomo? Fissava il mitico balcone di Mtv - la tv simbolo della gioventù 2008 - gridando ogni volta che si affacciava un tizio con i capelli lunghi. I Finley, in alto, ospiti di un programma-cult che si chiama Rtl; la famiglia Lauro, in basso, ad acclamarli come star.
Ma chi diavolo sono i Finley? Oggi Sandro Lauro, 42 anni, bancario è informatissimo, ma solo tre giorni fa era completamente impreparato. I Finley sono per gli adolescenti di oggi quelli che, più o meno, erano i Cugini di campagna per teen ager degli anni 70.
Nulla di nuovo, se non fosse che i Cugini di campagna indossavano pantaloni attillati con paillettes, mentre i Finley portano jeans dal cavallo bassissimo (praticamente un pony) con le mutande a vista. Ma la diversità non sta tanto tra i «complessi» di ieri e le «band» di oggi, né tra i «sorcini» dantan e lattuale «generazione-You Tube» di oggi. No, la differenza più grande è nelle mamme-accompagnatrici. Quelle di una volta «scortavano» le figlie ai concerti dei Pooh, ma se ne stavano in disparte, non partecipavano ai cori e alle ola con gli accendini, quasi vergognandosi di interferire in un rito giovanile che sentivano intimamente estraneo. Loro erano lì solo per controllare che non accadesse nulla alle «bambine», punto e basta.
Oggi i ruoli sono invertiti, le madri sembrano più assatanate delle figlie, tanto da dover essere calmate con frasi del tipo «Mamma, non esagerare...». Esattamente comè costretta a fare Sara Lauro con sua madre, Franca. Che però non indietreggia di un metro: «Io ho 41 anni, ma letà anagrafica non conta. Mi sento giovane quanto mia figlia e voglio divertirmi come lei. Vado pazza anche per Scamarcio, Fabio Cannavaro e Rocco Siffredi». Sui motivi della preferenze per Siffredi, meglio soprassedere.
E i padri? «Una volta - dice Sandro - a noi era delegato solo il rito iniziatico di portare il figlio maschio allo stadio. Tutto ruotava attorno alla partita di calcio, roba da uomini...». Invece oggi i genitori, neoadolescenti di ritorno, li trovi ovunque: nei cinema, a sbavare per Scamarcio; a teatro, in piedi ad applaudire la versione italiana di «High School Music»; davanti alla tv a votare per la squadra bianca e la squadra blu di «Amici» o per il tronista di «Uomini e Donne».
Qualcuno tra gli adulti ha ancora la capacità di mantenere un certo contegno, mentre altri buttano alle ortiche il ruolo di genitore in nome di un giovanilismo effetto antirughe.
Ma per entrare davvero in sintonia con loro ci vuole ben altro.
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