Piera Anna Franini
Agli Arcimboldi approda il Barbiere di Siviglia di Paisiello con lOrchestra dei Pomeriggi Musicali diretta da Antonello Manacorda.
«È unopera interessante anche da un punto di vista storico - spiega Manacorda -, si colloca in una fase di grandi cambiamenti per il teatro. Era la numero uno dellhit parade dellepoca. Fu presa a modello da Rossini e dallo stesso Mozart».
Quali sono le novità rispetto alledizione di Pavia?
«Anzitutto la disposizione dellorchestra collocata in modo da ricordare un tempio Maja alla cui sommità si trova una pedana che accoglie lo spettacolo. Volevamo marcare lo stretto rapporto fra musica e azione».
Questa disposizione non penalizza forse la resa acustica?
«No, funziona. Certo devo abituarmi allidea di avere i fiati così vicini a me».
Ha già diretto questo titolo?
«No, si tratta di un debutto».
Perché proprio Paisiello agli Arcimboldi?
«È stato il Teatro a richiederlo, così da fare un parallelo con laltro Barbiere».
Già pensate a un dopo Paisiello?
«Se arrivano proposte siamo pronti ad accoglierle».
Discorso Abbado. Lei è violinista nellorchestra di Lucerna ed è su spinta di Abbado che ha costituito la Mahler Chamber Orchestra. Cosa ama di questo direttore?
«Premetto che forse a breve lascerò il complesso di Lucerna. Ora sento di voler fare il direttore. Di Abbado mi piace il rispetto che riserva alla musica, unattenzione che elude ambizioni personali».
In questi giorni Maazel è in Italia con la Filarmonica di New York. Si dice che sia un direttore dalla tecnica ineguagliabile. Concorda?
«Sì, il suo gesto è incredibilmente chiaro e pulito, risponde allesigenza di sintesi, di dire con un semplice accenno.
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