Centocinquantanni fa fu la seconda, dopo lInghilterra, a riconoscere la neonata nazione italiana. «Ma la Svizzera - scherzano lambasciatore Bernardino Regazzoni e Roberto Balzaretti, segretario generale del dipartimento federale degli affari esteri - non arriva due volte seconda». E così la presidente della Confederazione elvetica Micheline Calmy-Rey è stata la prima a rispondere alla lettera ufficiale inviata dal premier Silvio Berlusconi con linvito per lExpo del 2015. Lettera a firma Berlusconi protocollata il 4 gennaio, risposta gia nelle mani del ministro degli Esteri Franco Frattini il 5. Con gli svizzeri pronti a staccare, per finanziare il loro padiglione, un assegno di almeno 25 milioni di franchi. E archistar Mario Botta (svizzero) o Italo Rota (ieri presente) pronti a partecipare al concorso. Per sancire la determinazione della Svizzera a dare un contributo allevento, Balzaretti ha donato alla Moratti un melo di appena un anno: Galiwa, un prodotto della ricerca e dellagricoltura biologica svizzera per produrre frutti ecologici. Ma col rappresentante del governo svizzero che non ha nascosto le ultime frizioni tra i due Paesi per il rientro dei capitali voluto dal governo italiano. «La nostra amicizia, anche grazie alla spinta di Expo - ha detto Balzaretti - deve contribuire a risolvere qualche piccolo problema nelle nostre relazioni bilaterali che, come piccole ombre, offuscano un rapporto altrimenti luminoso».
«Mi piacerebbe - il ringraziamento della Moratti - che ogni Paese portasse in dono una pianta per dar vita al bosco di Expo». E, intanto, annuncia le candidature di Paesi «pesanti» come Cina, Corea e India.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.