Sono ancora troppi i posti scoperti nelle procure, soprattutto del Sud, dove è  grave   l'emergenza criminale. In Campania, Puglia, Calabria e Sicilia i dati rimangono preoccupanti e  in alcuni casi la situazione degli uffici giudiziari è sotto i  limiti minimi di funzionalità.
 Il Consiglio superiore della magistratura non riesce a trovare magistrati da inviare nelle sedi  disagiate, quelle definite «di frontiera».
  Un problema questo acuitosi con il provvedimento della riforma Mastella, approvato dal  centrosinistra nel 2006, che impedisce ai giovani che hanno appena vinto il concorso di svolgere  le funzioni di pubblico ministero o di giudice monocratico. 
 Così, il flusso di giovani pm si è arrestato e la crisi è scoppiata. Malgrado gli incentivi  economici e di carriera previsti dal governo, insieme alla deroga temporanea al principio di   inamovibilità dei magistrati in casi eccezionali, per tanti uffici del sud si continua a parlare  di «desertificazione delle procure».
 E da Palazzo de' Marescialli si attende un intervento del ministro della Giustizia per risolvere  la questione.
 Ad Angelino  Alfano si appella  anche il  leader di Magistratura Indipendente, la corrente più  moderata delle toghe,  chiedendo un incontro con il Guardasigilli.
 «Il ministro - dice Cosimo Ferri - conceda la possibilità ai giovani magistrati di essere  destinati ad uffici di procura. Si tratta  di non vanificare gli effetti positivi che tale  previsione derogatoria ha prodotto nelle sedi giudiziarie più disagiate, quali in particolare  quelle delle regioni meridionali, dove più allarmante è  il radicamento della criminalità  organizzata e più forte è la domanda di una giustizia rapida ed efficiente». 
 Secondo Ferri, a fronte dei «prevedibili e fisiologici movimenti dei magistrati che, dopo anni  di permanenza in uffici particolarmente esposti, chiedono di trasferirsi ad altre sedi, occorre  garantire un adeguato e tempestivo ricambio che, come per il recente passato, faccia appello sia  ai magistrati di esperienza con l'attribuzione di significativi incentivi, che alle toghe più  giovani, capaci  di fronteggiare con impegno ed entusiasmo le sfide di uffici di frontiera».
 L'Anm  ( Mi è all'opposizione) è insorta quando il governo ha stabilito con un decreto  la  sospensione per un solo concorso della norma sui giovani uditori e la possibilità in casi  eccezionali di trasferire d'ufficio  magistrati nelle sedi disagiate.
 Ma è così ad esempio che ad  Enna, dove il procuratore capo era rimasto solo nel suo ufficio, ad  aprile  sono finalmente arrivati  tre  uditori giudiziari che rimarranno per almeno tre anni.  E  la città ha perso solo allora il primato di  «luogo simbolo della desertificazione delle procure  siciliane».
 Pochi giorni prima  un' interrogazione al ministro Alfano di  Giorgio Jannone del  Pdl aveva  tracciato un quadro  preoccupante.
  Su un organico complessivo di 660 posti di magistrato requirente in uffici di primo grado nelle  4  regioni meridionali  sono vacanti 127 di cui: 74 in Sicilia (con una punta massima di 37  vacanze nel distretto di Palermo), 12 in Campania, 42 in Calabria (con una punta massima alla  procura di Palmi che presenta 8 vacanze pari all'80 per cento dell'organico) e 3 in Puglia. E,  appunto, veniva indicata nella classifica negativa   la procura di Enna, con  quella  di Patti  ad una percentuale di scopertura pari al 75 per cento (1 magistrato presente su 4 in organico).   Per non parlare di  Gela e Palmi, con una percentuale dell'80 per cento e di Vibo Valentia con  l'83 per cento. Mentre a Lagonegro si parla del 50 per cento.
   Anche in Sardegna gravi problemi nella procura di Lanusei con la scopertura dell'intero  organico (in servizio il solo procuratore capo) e Oristano con il 33 per centoper cento di  vacanza.  
 E il problema delle sedi vacanti interessa anche il Nord, se  si segnalava la carenza di  magistrati nella procura di Brescia con scopertura del 48 per cento, in quella di  Lecco  con il  50 per cento, nelle  procure di Acqui Terme, Alba, Biella e Casale Monferrato che oscillano dal  50 per cento al 67.
 Gravi scoperture si registrano, poi, negli organici dei magistrati distrettuali requirenti  (concepiti per assicurare la continuità dell'attività giudiziaria in assenza di toghe in  servizio negli uffici giudiziari di ogni distretto), con la scopertura intergale  in più sedi:  Ancona, Brescia, Cagliari, Caltanissetta, Catania, Catanzaro, Genova, Lecce, Messina, Potenza,  Reggio Calabria.
Per anni il problema delle sedi disagiate è stato risolto proprio con il ricorso agli uditori, ma adesso la situazione è vicina al collasso.
E tutti guardano ad Alfano, chiedendo significativi interventi che consentano in breve tempo di rimediare alle più gravi scoperture .