La quiete pomeridiana dellelegante complesso residenziale di via Quindici Martiri a Vimodrone è stata interrotta ieri, poco dopo le 14, dalle urla di alcuni residenti. Nellampio cortile interno un uomo giaceva inerte sullasfalto. In bocca, chiusa da un nastro adesivo, del cellophane, a un polso delle manette dalluminio. Circostanze che hanno ammantato di giallo la morte di Cristian P., 32 anni, residente al sesto piano della palazzina, facendo pensare inizialmente a un omicidio.
Erano da poco passate le 14 quando un vicino ha lanciato lallarme. In pochi minuti davanti allo stabile sono arrivati lambulanza e i carabinieri. I medici del 118 giunti sul posto però non hanno potuto far altro che constatare la morte del giovane uomo che viveva lì, al sesto piano, con il padre.
Gli inquirenti si stanno muovendo senza escludere alcuna ipotesi - tra cui lomicidio - anche se secondo gli investigatori della compagnia di Sesto San Giovanni la morte delluomo sarebbe al 90 per cento un suicidio, seppur con diversi punti oscuri. Interrogativi che i carabinieri sperano si possano chiarire dopo gli esami sul cadavere. Anche se, sul corpo di Cristian, a parte i segni della caduta, non ci sarebbero segni che farebbero pensare a una colluttazione. E anche il suo appartamento era in disordine tutto fa pensare che il giovane abbia cercato qualcosa nei cassetti e negli armadi piuttosto che nellabitazione (dalla quale, peraltro, non mancano oggetti di valore) siano entrati degli estranei.
Sotto la finestra dellappartamento sono invece state trovate le sue scarpe perfettamente allineate, un gesto tipico dei casi di suicidio. Nessun biglietto per il padre e il fratello. Il giovane, incensurato, lavorava in un call center dopo aver cercato di avviare unattività. La mamma era morta poche settimane fa e da allora sembra che Cristian si fosse chiuso in se stesso.
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