Manganelli: "Italia a rischio terrorismo"

Il capo della polizia alla Camera: "Preoccupano i gruppi nordafricani salafiti legati ad Al Qaida. A Perugia, bloccata una cellula che aveva un modo di operare simile a quello degli attentati di Londra". E sull Br: "Guai a considerare il capitolo chiuso"

Manganelli: "Italia a rischio terrorismo"

Roma - L’attivismo delle cellule salafite mette a rischio anche l’Italia. Lo ha detto il capo della polizia, Antonio Manganelli, intervenendo alla commissione Affari costituzionali della Camera. Il terrorismo internazionale, ha spiegato Manganelli "preoccupa perché l’Italia è oggetto di invettive. La novità è il particolare attivismo delle cellule terroristiche salafite collegate in qualche modo ad al Qaida. Negli ultimi tempi - ha aggiunto - questa offensiva ha comportato un deterioramento palese della sicurezza nella regione Nordafricana e temiamo che i nostri vicini di casa possano riservare attenzione anche al nostro paese".

"Franchising del terrore" Quanto al dibattito se il pericolo venga da Al Qaeda o dal cosiddetto terrorismo "fai da te", il capo della polizia ha richiamato le parole di un ideologo nordafricano che parla di "sistema e non organizzazione: significa che non esiste un’organizzazione strutturata come Cosa nostra che ha le sue filiali ufficiali nei vari paesi, ma c’è un sistema operativo non meno pericoloso, una sorta di franchising, c’è il marchio di Al Qaeda, il che non significa che tutto quanto viene fatto viene preventivamente benedetto dal vertice di un’organizzazione che riteniamo non esiste". Esiste, invece, ha aggiunto "un sistema che si va organizzando come vediamo nel Magreb".

L'operazione di Perugia Manganelli ha quindi riferito sull’operazione antiterrorismo che ha coinvolto alcuni nordafricani a Perugia. Quella cellula, ha spiegato "si era organizzata quanto meno per l’addestramento, si davano istruzioni per l’uso che andavano dalla difesa personale fino ad elementi chimici compatibili con la composizione di esplosivi. Si tratta di un modo di operare simile a quello riscontrato nei progetti di attentati di Londra, dove non si usa tanto trasportare tritolo o dinamite, ma viene utilizzata una miscela di prodotti legali, come fertilizzanti ed altro, acquistabili anche al supermarket".

Brigate rosse: disarticolate, ma pericolose Le Forze di polizia mantengono alto il livello di "attenzione al contrasto dell’area brigatista. Non so dire se le Br sono state completamente sconfitte dalle ultime operazioni. Posso dire che sono state disarticolate ma guai a considerare chiuso il capitolo". Lo ha detto il prefetto Antonio Manganelli, capo della Polizia, in un’audizione in Commissione Affari costituzionali alla Camera. Manganelli ha fatto poi riferimento alla "diffusa solidarietà nei confronti di persone arrestate per terrorismo", un fenomeno riconducibile per il capo della polizia "alla circostanza che i temi affrontati sono quelli che la gente sente, come il precariato e l’occupazione, più sentiti rispetto a quelli proposti un tempo con atteggiamento elitario dalle Brigate rosse, che non trovarono una rete di solidarietà". Manganelli ha fatto infine riferimento all’operazione dei mesi scorsi che ha consentito di smantellare un gruppo eversivo dell’ala movimentista che aveva svolto "delle vere e proprie inchieste su persone, il che ci fa pensare che fossero state seguite".

Troppi tagli ai fondi per la polizia La riduzione di risorse per forze di polizia è superiore ai risparmi che si stanno ottenendo. Antonio Manganelli ha ricordato che il parco auto della polizia per oltre il 50% ha più di sette anni: sono quindi vetture «spremute». Ha ricordato i debiti per gli affitti e che non si riescono a pagare le locazioni. Sistematiche riduzioni ci sono state anche per i consumi intermedi (carburante ecc.). Questa situazione, ha spiegato il capo della polizia, «ci deve portare a rimboccarci le maniche cercando di razionalizzare. Abbiamo così chiuso alcune scuole, con un risparmio di 15 milioni di euro. Grazie ai patti per la sicurezza, siglati con molte città, sono poi arrivati 35 milioni di euro da parte degli enti locali. Negli ultimi giorni, poi, c’è stata un’attenuazione delle esigenze grazie ad un riparto di fondi per 42 milioni di euro al dipartimento di Pubblica sicurezza a cui si sono aggiunto 80 milioni di euro per le forze di polizia».

"Non ci sono soldi per pagare gli affitti" Ma, ha sottolineato, «i debiti per gli affitti sono di gran lunga superiori a questi stanziamenti: se si riuscisse a pagare gli affitti ci sarebbe più dignità per noi». Problemi, ha poi proseguito Manganelli, ci sono anche per quanto riguarda la consistenza numerica delle forze di polizia. Con l’ultima finanziaria, ha ricordato, «sono state assunte duemila unità, ma di queste 1.316 erano già agenti ausiliari. Per esigenze di turn over servirebbero 1.600 poliziotti e 1.600 carabinieri. Significherebbe ringiovanire i reparti, visto che alcuni hanno solo personale con più di 40 anni».

Clandestini, sbarchi dimezzati nel 2007 Dal 1 giugno ad oggi, ha spiegato Manganelli, «ci sono stati 76 sbarchi con complessivi 3.165 immigrati, contro i 96 sbarchi e di 4.312 sbarcati nel 2006. Dall’inizio dell’anno sono sbarcati in 5.200: nello stesso periodo del 2006 erano 9.389. Sembra che abbiamo aperto le porte, ma i dati dimostrano che ciò non è avvenuto».

Il fenomeno nuovo, ha proseguito il capo della polizia, «sono gli sbarchi in Sardegna (472 le persone sbarcate), provenienti dall’Algeria. Si tratta di un fenomeno che va indagato: dicono infatti che in Algeria non si stia male, non si faccia la fame».

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