Le mani delle cooperative rosse sulle case per gli invalidi

Via Magolfa è la prima traversa a destra dell’alzaia Naviglio Pavese. Siamo a pochi metri dalla Darsena, in uno dei punti più affascinanti della vecchia Milano. Qui nel 2006 la cooperativa rossa Cmb aveva ottenuto la possibilità di costruire un piccolo quartiere. In cambio dell’okay del Comune si era impegnata ad affittare a prezzi calmierati ventidue appartamenti. L’accordo tra Cmb e Comune indicava anche i destinatari: sfrattati, handicappati, pensionati, giovani coppie. Tutto bene? In teoria sì. La realtà, però, è diversa.
Dei 22 alloggi destinati a «soggetti deboli», in realtà ne sono rimasti disponibili solo tre. Gli altri diciannove sono stati venduti agli «amici degli amici». La Cmb li ha ceduti ad una società controllata da gente che lavora per lei. E la società li ha rivenduti a una quindicina di privati.

Tra gli acquirenti, risultano esserci i soci della medesima società. Che, in pratica, hanno venduto a se stessi le case che dovevano andare ai senzatetto e agli invalidi. E le case sono state affittate ai figli (ovviamente «bisognosi») degli acquirenti.

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